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Proposta shock: riconoscimento facciale per entrare allo stadio

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L’ultima idea della Lega Serie A per combattere il razzismo non convince proprio nessuno! 

5 settembre 2023 – La Lega Serie A ha proposto l’utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale all’ingresso degli stadi per combattere il razzismo. La tecnologia identificherebbe e segnalerebbe individui che sono stati precedentemente vietati o che hanno una storia di comportamenti razzisti.

Il progetto della Lega è stato lanciato ieri dall’amministratore delegato Luigi De Siervo: “Per combattere il razzismo e la violenza si è fatto e si fa molto, ma per raggiungere la vera individuabilità dei responsabili serve il riconoscimento facciale per chi accede agli impianti”.

Come potrai immaginare, questa idea ha già sollevato diverse preoccupazioni e aspetti negativi. Vediamo i più evidenti:

  • Violazione della privacy: l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale sia un’invadenza della privacy e potrebbe potenzialmente portare a uno stato di sorveglianza. I tifosi potrebbero sentirsi a disagio sapendo che i loro dati biometrici vengono raccolti e archiviati.
  • Rischio di falsi positivi: la tecnologia potrebbe identificare erroneamente individui come con una storia di comportamenti razzisti, portando a conseguenze ingiuste. Ciò potrebbe comportare l’espulsione di tifosi innocenti dalle partite o affrontare ripercussioni legali.
  • In terzo luogo, la tecnologia potrebbe non essere efficace nel prevenire il razzismo. Il comportamento razzista è spesso sottile e potrebbe non essere catturato dalle telecamere o dal software di riconoscimento facciale. Inoltre, la tecnologia potrebbe non essere in grado di distinguere tra comportamenti razzisti intenzionali e non intenzionali.
  • In quarto luogo, l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale potrebbe creare un ambiente ostile per i tifosi. I tifosi potrebbero sentirsi osservati e monitorati, portando a una diminuzione dell’atmosfera e del godimento della partita.
  • Infine, la Lega Serie A dovrebbe concentrarsi nel affrontare le cause profonde del razzismo anziché limitarsi a punire gli individui che mostrano comportamenti razzisti. L’educazione, le campagne di sensibilizzazione e i cambiamenti culturali all’interno dello sport sono necessari per eradicare il razzismo.

L’idea attualmente è solo in una fase embrionale e, secondo quanto riportato da Repubblica, sarà oggetto di approfondimenti nei prossimi mesi prima di essere sottoposta alla valutazione del governo. Il progetto propone che coloro che acquistano un biglietto o un abbonamento per accedere allo stadio debbano firmare una liberatoria per consentire l’uso dei propri dati biometrici, nello specifico la scansione del volto, solamente per scopi necessari, come ad esempio l’apertura dei tornelli (analogamente a quanto avviene attualmente con i codici QR sugli smartphone) e l’individuazione di individui violenti e razzisti. Tuttavia, è necessario superare le limitazioni legate alla privacy che questa proposta comporta.

Il mio parere

Il riconoscimento facciale è un fenomeno non casuale che non ha nulla a che vedere con il razzismo. Come al solito si tende a promuovere una nuova tecnologia enunciandone sempre e solo gli aspetti positivi, ma mai quelli negativi. Ovvio.

Il razzismo in questo caso è solo una scusa! Magari qualche furbetto ha colto la palla al balzo per “incastrare”gettare” il riconoscimento facciale negli stadi ma scommetto che di qui a poco, ce lo ritroveremo anche nei centri commerciali, sui mezzi di trasporto ecc. ecc. In Francia ad esempio, è stata imposta la biometria per chi viaggia in traghetto.

Il modello cinese sta facendo breccia anche nella bella Italia e nel resto dell’Unione Europea, sempre pronta ad accettare tutto ciò che può distruggere quel briciolo di privacy rimasta in vita.

L’uso della tecnologia di riconoscimento facciale può sembrare una soluzione rapida, ma di certo non sarà una soluzione al problema del razzismo nel calcio italiano. La Lega Serie A dovrebbe concentrarsi nell’affrontare le questioni sottostanti e creare un ambiente più inclusivo e rispettoso per tutti i tifosi.

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