Quando Bill Gates provò a fermare l’iPod… e fallì clamorosamente

C’era un tempo in cui Microsoft dominava incontrastata il mondo della tecnologia. Ma poi, nel 2001, arrivò una piccola scatoletta bianca destinata a cambiare tutto: l’iPod. Il lettore musicale di Apple fu un terremoto nel settore, e per Bill Gates fu l’inizio di un incubo.
Il team di Steve Jobs aveva appena dato agli utenti mille canzoni in tasca, mentre Microsoft guardava sbigottita da bordo campo. Da lì iniziò la corsa per inseguire Apple… ma finì con uno dei flop più clamorosi della storia di Redmond: Zune.
Il panico in casa Microsoft
Già nel 2003, Bill Gates e i suoi dirigenti si erano accorti che Apple stava conquistando il mercato musicale. Non si trattava solo di un lettore MP3, ma di un intero ecosistema fatto di iPod, iTunes e un’esperienza utente perfetta. Gates lo definì “lock-in”: una trappola geniale che legava le persone a Apple senza via d’uscita.
E Microsoft? Arrancava. Serviva una risposta. Così, dopo anni di dubbi e lentezze, nel 2006 arrivò finalmente Zune.


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A prima vista, il lettore Zune aveva tutte le carte in regola: 30 GB di memoria, radio FM, Wi-Fi e un prezzo competitivo. Ma il design era discutibile (quella versione marrone è passata alla storia…), e il sistema operativo risultava pesante e poco intuitivo. L’accoglienza? Tiepida, se non fredda.
Microsoft provò a correggere il tiro: schermi touch, nuovi modelli, più spazio di archiviazione. Ma niente da fare. L’iPod, con la sua semplicità e l’appoggio di iTunes, era già diventato un’icona culturale.
Perché Zune è fallito
La verità è semplice: Microsoft non aveva capito il segreto del successo di Apple. Non bastava un buon prodotto. Serviva un’esperienza utente integrata, coerente, desiderabile. Zune, pur valido tecnicamente, non trasmetteva emozione. Non era cool. Non era Apple.
E mentre Redmond cercava di recuperare terreno, il mondo cambiava di nuovo: arrivavano gli smartphone, e con loro la morte annunciata dei lettori MP3.
Lezione imparata? In parte
Il flop di Zune bruciò, eccome. Ma fu anche una lezione preziosa. Microsoft capì che doveva reinventarsi nel mondo dell’hardware. Ed è proprio da quella sconfitta che nacquero i Surface, i tablet–laptop che oggi sono tra i prodotti di punta dell’azienda.
Certo, non è bastato per dominare nel mobile — Windows Phone è un altro capitolo doloroso — ma è servito a dimostrare che anche i giganti possono cadere… e rialzarsi, se imparano dai propri errori.
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