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Bill Gates shock: “Gli umani diventeranno inutili per la maggior parte delle cose”

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Bill Gates è tornato a parlare, e ancora una volta le sue parole sembrano un avvertimento mascherato da ottimismo. Durante un’apparizione al The Tonight Show con Jimmy Fallon per promuovere il suo nuovo libro Source Code: My Beginnings, l’ex CEO di Microsoft ha rilasciato dichiarazioni sconcertanti sul futuro dell’intelligenza artificiale, tra cui una frase che riassume perfettamente la deriva tecnocratica in atto: “Non useremo più gli esseri umani per la maggior parte delle cose”.

Fallon, perplesso, ha chiesto se ciò significasse che le persone non sarebbero più necessarie. Gates ha risposto con disinvoltura, cercando di rassicurare con l’esempio del baseball: “Non vorremo vedere computer giocare a baseball”, ha detto, quasi fosse un gioco da ragazzi distinguere ciò che merita di restare “umano” da ciò che può essere affidato alle macchine.

Un futuro disumanizzato, ma “efficiente”

Secondo Gates, compiti come produrre beni, trasportare cose o coltivare cibo saranno presto “problemi risolti” dall’AI. Il sottotesto è chiaro: gli esseri umani stanno diventando obsoleti, e i pochi ruoli che conserveranno un valore verranno scelti arbitrariamente – magari dallo stesso club elitario di tecnocrati che sta guidando la rivoluzione dell’AI senza alcun mandato democratico.

Il tono è quello del visionario, ma la visione ha più le sembianze di una distopia: una società in cui l’efficienza tecnologica ha la precedenza sulla dignità del lavoro, sulla partecipazione collettiva e sulla libertà individuale. Gates non parla mai dei milioni di persone che già oggi perdono il lavoro a causa dell’automazione. Non nomina le disuguaglianze che si stanno allargando. Per lui, il progresso tecnologico è un assioma indiscutibile.

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AI gratuita per tutti? Davvero?

Gates ha affermato che l’intelligenza – una risorsa “rara” finora – diventerà gratuita grazie all’AI. Parla di “consulenze mediche di qualità” e “tutoring avanzato” per chiunque. Ma si guarda bene dal dire che le aziende che sviluppano queste tecnologie – inclusa Microsoft – non stanno regalando niente a nessuno. L’AI viene venduta, non distribuita. E chi ne ha accesso è ancora oggi chi può permettersela.

Non una parola sugli algoritmi che amplificano i bias, né sull’uso delle AI nei sistemi di sorveglianza o nelle guerre. Per Gates, ogni problema è una sfida tecnica. Non etica. Non politica.

L’uomo che parlava con l’LSD… e pensava solo al codice

Nel corso dell’intervista, Gates ha anche raccontato un episodio grottesco: Steve Jobs gli suggerì di prendere LSD per capire meglio il design. Lui accettò – ma invece di aprirsi a una nuova visione del mondo, iniziò a pensare al codice. È un aneddoto che oggi suona fin troppo rivelatore: Gates è il simbolo di una tecnologia che ignora l’umano, che disprezza l’estetica, il corpo, le emozioni. Una tecnologia sterile. Meccanica. Robotica.

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Tecnocrazia senza freni

La visione di Gates non è isolata. Anche Jensen Huang, CEO di Nvidia – l’azienda che fornisce il 95% dei chip per l’AI mondiale – ha recentemente dichiarato che “tutto ciò che si muove sarà robotico”. È la stessa visione: un mondo disumanizzato in nome del profitto e del controllo.

Ma la domanda vera è: chi deciderà cosa è umano e cosa no? Chi controllerà l’AI? Chi ne beneficerà davvero?

Un monito, non un sogno

Bill Gates ha detto che forse, in futuro, lavoreremo solo due o tre giorni a settimana. Ma non ha detto chi lavorerà due giorni – e chi non lavorerà affatto. Non ha detto cosa succederà a chi verrà espulso dal ciclo produttivo, o a chi sarà giudicato “inutile” da un algoritmo.

La sua visione non è solo ingenua: è pericolosa. È il manifesto di un’élite che vuole dirigere il mondo dall’alto, sostituendo la cooperazione umana con l’ottimizzazione artificiale.

Non è il futuro che dobbiamo accettare. È il futuro da cui dobbiamo difenderci.

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