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Ryanair di nuovo sotto accusa per la verifica biometrica

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Il Centro europeo per i diritti digitali (noyb) ha presentato un reclamo all’autorità italiana per la protezione dei dati personali (DPA) riguardo al processo di verifica del riconoscimento facciale adottato da Ryanair. Secondo noyb, questa pratica viola il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’Unione Europea.

Felix Mikolasch, avvocato per la protezione dei dati di noyb, ha dichiarato: “Ryanair costringe illegalmente i suoi utenti a fornire dati biometrici estremamente sensibili, ignorando i propri obblighi legali. Non ci sono motivazioni valide per cui la compagnia aerea necessiti di questa verifica, considerando che altre compagnie non la richiedono per l’acquisto di un biglietto.”

Al centro del reclamo c’è la “verifica obbligatoria e confusa” imposta da Ryanair. Quando gli utenti prenotano un volo attraverso le piattaforme online della compagnia, sono costretti a creare un account permanente, che successivamente richiede ulteriori verifiche. “Teoricamente, gli utenti possono scegliere tra due opzioni,” afferma noyb. “Tuttavia, Ryanair li indirizza verso un processo di riconoscimento facciale biometrico predefinito e altamente invasivo, nonostante i dati biometrici siano specificamente protetti dalla legislazione UE.”

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Noyb sostiene che gli “account forzati” di Ryanair violano il principio di minimizzazione dei dati, così come il principio di limitazione dello scopo e i requisiti di consenso previsti dal GDPR.

In risposta al reclamo, Ryanair ha chiesto chiarimenti. Un portavoce ha dichiarato di accogliere la segnalazione di noyb, ma ha contestato il tentativo di “ridurre l’efficacia delle garanzie di verifica”.

Questa non è la prima volta che noyb solleva preoccupazioni riguardo alle pratiche di Ryanair. L’organizzazione aveva già presentato un reclamo simile all’Autorità spagnola per la protezione dei dati (AEPD) la scorsa estate.

Anche le agenzie di viaggio online (OTA) hanno avviato reclami presso le autorità francesi e belghe, sostenendo che Ryanair utilizza il suo sistema di verifica tramite riconoscimento facciale per ostacolare la prenotazione di biglietti sui loro marketplace.

Si prevede che le autorità per la protezione dei dati spagnola (AEPD), francese (CNIL), belga (APD-GBA) e italiana (Garante) collaboreranno con la loro controparte irlandese (DPC), poiché Ryanair ha sede a Dublino e sarà l’autorità principale nell’indagine secondo le procedure del GDPR.

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