Samsung vorrebbe copiare il cervello per trasferirlo nei chip

Tale tecnica permetterebbe di replicare le giunzioni tridimensionali tra i neuroni all’interno di un processore neuromorfo.

Samsung ha pubblicato sulla rivista Nature una proposta, per ora del tutto teorica, per creare processori che si comportino come un cervello: implementare un metodo in grado di copiare la mappa tridimensionale delle connessioni di un neurone su un chip neuromorfo.

Quell’informazione (digitale) sarebbe “bloccata” sul chip, che per sua progettazione si pensa permetta strutture simili a quelle generate dai neuroni in un cervello, ed è in grado di adottare nuovi collegamenti tra le sue parti (a differenza di un chip convenzionale, dove le connessioni tra i transistor non possono essere modificate).

Pertanto, ogni unità di memoria sul chip avrebbe una conduttività che riflette i collegamenti tra i neuroni nel cervello. Sarebbe “reverse engineering del cervello”, secondo Samsung.

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Ottenere qualcosa del genere (per ora), nel campo della teoria, dal momento che il cervello umano ha 100.000 milioni di neuroni, e un chip all’altezza ha bisogno di un trilione di connessioni – potrebbe consentire la creazione di sistemi intelligenti che si comportano come un cervello convenzionale, capace di apprendere nuovi concetti e di adattarsi a nuove condizioni.

Al centro di questa proposta c’è un dispositivo a nanoelettrodi creato da due ingegneri Samsung in grado di leggere la posizione dei neuroni e dei loro collegamenti. La proposta si basa su chip di memoria (RAM o SSD), che sono anche il punto di forza manifatturiero dell’azienda.

Anche così, la proposta, se realizzata, potrebbe trasformare quelli che oggi intendiamo come sistemi intelligenti, che per ora si limitano a tracciare ordini e parametri sempre più complessi, che danno l’illusione dell’intelligenza ma sono ancora automi molto sofisticati.

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