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SceneScout: l’AI che aiuta i non vedenti a esplorare il mondo, da casa

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Muoversi in città può essere complicato per chiunque, ma per chi è non vedente o ipovedente può diventare un’impresa quotidiana fatta di ostacoli, incertezze e pericoli. Per questo, un team di ricercatori di Apple e della Columbia University ha sviluppato un sistema sperimentale che potrebbe segnare una vera svolta nell’accessibilità urbana: si chiama SceneScout, e sfrutta l’intelligenza artificiale per descrivere il mondo visivo con le parole.

Un nuovo modo di esplorare la città

SceneScout non è un navigatore GPS qualunque. Non si limita a dire “gira a destra” o “sei arrivato”. Questo sistema va molto oltre: offre descrizioni testuali dettagliate di ciò che si trova lungo il percorso, come marciapiedi, attraversamenti pedonali, fermate degli autobus, edifici e persino punti di riferimento visivi, il tutto tradotto in modo comprensibile per gli screen reader usati dalle persone non vedenti.

Il sistema si basa su immagini di Apple Maps e sfrutta la potenza del modello linguistico GPT-4o, lo stesso alla base delle conversazioni avanzate di ChatGPT, adattato per generare testi descrittivi ad alta accessibilità.

Due modalità di utilizzo: esplorazione e anteprima

SceneScout funziona in due modi distinti. La modalità “Anteprima percorso” consente all’utente di ricevere un resoconto anticipato dei principali elementi presenti lungo un determinato itinerario. È utile, ad esempio, per prepararsi a una camminata o a un tragitto che si dovrà affrontare in autonomia.

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La seconda modalità, “Esplorazione virtuale”, è ancora più sorprendente. Basta digitare qualcosa come “un quartiere tranquillo con un parco”, e SceneScout esplorerà la mappa restituendo una descrizione testuale dell’area, segnalando la presenza di panchine, ingressi degli edifici, alberi e persino l’organizzazione dei marciapiedi. Tutto viene trasmesso tramite testo, pensato appositamente per essere letto da dispositivi vocali.

I primi test: grande potenziale, ma c’è ancora da lavorare

Il sistema è stato testato su un gruppo ristretto di 10 persone ipovedenti, con risultati misti ma incoraggianti. Gli utenti hanno particolarmente apprezzato la possibilità di esplorare il quartiere da casa, con descrizioni accurate degli ambienti. La funzione di “ricerca per atmosfera”, come trovare un parco silenzioso o una zona residenziale tranquilla, è stata accolta con entusiasmo.

Tuttavia, non tutto ha funzionato perfettamente. I test hanno mostrato che circa il 28% delle descrizioni conteneva errori, come ad esempio segnali semaforici inventati o oggetti descritti in modo impreciso. Alcuni partecipanti hanno anche segnalato problemi nella valutazione delle distanze e un linguaggio che faceva supposizioni sullo stato fisico dell’utente, rendendo alcune indicazioni poco realistiche.

Un progetto di ricerca, ma con un futuro reale

I ricercatori ci tengono a precisare che SceneScout non è ancora un prodotto commerciale, bensì un progetto di ricerca in fase di sviluppo. Ma le potenzialità sono evidenti, e i partecipanti ai test hanno espresso un desiderio chiaro: vorrebbero poter ricevere queste descrizioni anche in tempo reale, mentre camminano, magari tramite cuffie a conduzione ossea o altri dispositivi che non impediscano di percepire i suoni dell’ambiente.

L’ideale, secondo chi ha provato SceneScout, sarebbe avere brevi suggerimenti vocali mentre si è in movimento, e descrizioni più dettagliate solo quando richieste. Una tecnologia che, se portata a maturazione, potrebbe ridare autonomia, fiducia e libertà di esplorazione a milioni di persone con disabilità visive.

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