Streaming Community “chiuso”… ma solo nei sogni del Tribunale di Milano

Altro che sito oscurato. Streaming Community, secondo i comunicati ufficiali, sarebbe stato chiuso con un poderoso colpo di scure giuridico dal Tribunale di Milano. Peccato che, nella realtà vera – quella con i pixel e non con le carte bollate – il sito è perfettamente raggiungibile, cliccabile, navigabile e funzionante… senza neanche cambiare DNS.
E allora ci chiediamo: ma quale sito hanno chiuso? Una copia fantasma? Uno specchio per le allodole? O forse il Tribunale ha solo messo in stand-by la propria connessione Wi-Fi e ha pensato che bastasse per far sparire l’intero portale?
Il trionfale annuncio… su una realtà parallela
FAPAV, con tanto di tono solenne, aveva fatto sapere che la chiusura di Streaming Community è frutto di una decisione giudiziaria. Nessuna traccia di Piracy Shield, specificano subito, quasi a voler prendere le distanze dal fantasma del blocco automatico che in teoria doveva agire in 30 minuti. Ma non c’è stato bisogno di cronometro: il sito non è mai andato giù, ha solo cambiato dominio.
“Streaming Community è un sito pirata che diffonde illegalmente film e serie tv,” dichiarano, con tanto di citazioni sulle “opportunità negate ai giovani nel mondo dello spettacolo” e sull’“incidenza sul Sistema Paese”. Ma mentre si pronunciano queste frasi da cinegiornale anni ’50, chiunque – anche la nonna col tablet – riesce ancora ad accedere al portale senza neppure usare un’estensione del browser.

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Il blocco “dinamico” più lento di una lumaca stanca
Il blocco era definito “dinamico”, ma a quanto pare la dinamica è tutta mentale. Niente è stato realmente bloccato. Né i link, né le homepage, né i contenuti. Nulla. Come se il decreto fosse rimasto chiuso in un cassetto del tribunale o incastrato nella posta elettronica certificata.
Ci si chiede allora: ma serve davvero una misura cautelare urgente se poi il risultato è zero assoluto? O era solo un’esercitazione? Un modo per scaldare i motori in vista dell’evento FAPAV del 18 giugno?
E Piracy Shield? Sta a guardare… per ora
Mentre il sito resta lì, sereno e operativo, Piracy Shield continua a intervenire solo per i contenuti sportivi live. E anche lì, talvolta con ritardi olimpici. Nel frattempo, AGCOM sta ancora consultando, leggendo, analizzando – e forse aspettando che i siti pirata si chiudano da soli per noia.
La Legge 93/2023 prevede che anche film e serie tv siano protetti, ma tra prevedere ed eseguire sembra esserci un’intera galassia di differenza.
La morale della favola?
Il sistema anti-pirateria italiano assomiglia sempre più a una gigantesca pantomima. Le istituzioni annunciano chiusure trionfali, le federazioni applaudono, ma intanto il pubblico continua a guardare film in streaming esattamente come prima. Nessuna VPN, nessun DNS alternativo, nessuna magia informatica. Solo un semplice click.
E Streaming Community, intanto, sorride. Anzi, ride di gusto.
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