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Telegram “bypassa” gli SMS e usa… WhatsApp per inviare i codici di accesso

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Sì, hai letto bene: Telegram sta inviando codici di verifica via WhatsApp.
L’app considerata per anni l’alternativa indipendente e “anti-Meta” ora usa proprio la piattaforma di Zuckerberg per aiutare gli utenti ad accedere ai loro account.

E no, non è uno scherzo.

La novità è emersa in Russia, dove molti utenti hanno iniziato a ricevere il codice di login Telegram direttamente su WhatsApp. Al posto del classico SMS, nella chat compare un messaggio da un profilo chiamato “CodeVerify”, con il codice di conferma e l’avviso standard: “Non condividere questo codice con nessuno.”

Perché Telegram sta facendo questo?

Negli ultimi mesi, parecchi utenti russi avevano denunciato l’impossibilità di ricevere SMS di verifica per accedere a Telegram.
Motivi? Problemi con gli operatori locali, restrizioni, congestione, e potenzialmente anche dinamiche politiche e tecniche nel Paese.

Telegram, per evitare blocchi e frustrazione, ha quindi fatto una scelta inattesa: sfruttare un competitor (e per di più “nemico giurato”) come canale alternativo di autenticazione.

È un gesto pragmatico?
Assolutamente sì.
È anche ironico, se non addirittura storico, considerando che Telegram e WhatsApp sono stati simboli opposti di privacy vs. Big Tech?

Beh, anche di più.

Leggi anche:

Un paradosso naturale nell’era delle app indispensabili

L’episodio racconta una cosa chiara:
quando l’accesso a un servizio è vitale per milioni di persone, anche le app rivali possono diventare… alleate forzate.

Telegram non vuole perdere utenti.
Whatsapp è una delle app più diffuse al mondo.
Risultato? Meglio usare la “linea nemica” che lasciare gli utenti bloccati fuori.

E a pensarci bene, questo potrebbe aprire la strada a una nuova tendenza:
i servizi che garantiscono accesso attraverso altri ecosistemi, bypassando gli operatori telefonici e i sistemi tradizionali.

Un mondo in cui le app parlano tra loro — volenti o nolenti

Nel 2025, siamo entrati ufficialmente nell’era in cui:

  • i confini tra piattaforme si assottigliano
  • la praticità batte il campanilismo digitale
  • la guerra tra Big Tech è sempre reale, ma… con compromessi

Telegram nasce per essere indipendente, decentralizzato e libero.
Eppure, per garantire accesso a milioni di utenti, si appoggia a WhatsApp, servizio di quella stessa Meta spesso criticata per privacy e controllo.

Benvenuti nel nuovo internet:
quello in cui anche i messaggeri “rivali” finiscono per fare squadra quando la rete diventa terreno complicato.

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