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Trapianto di cuore rivoluzionario: il metodo russo che mantiene l’organo vivo e caldo

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Un team di scienziati russi ha sviluppato un metodo innovativo che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui vengono eseguiti i trapianti di cuore.

Presso l’Università Medica Statale di Omsk, i ricercatori hanno brevettato una tecnica rivoluzionaria che consente di trapiantare un cuore senza arrestarne il battito e senza ricorrere al raffreddamento, due pratiche tradizionalmente usate ma note per danneggiare i tessuti cardiaci. Il metodo è stato testato con successo su 32 animali da laboratorio, con risultati sorprendenti e nessuna complicazione post-operatoria.

Fine dell’ischemia: il cuore non si ferma mai

L’approccio tradizionale al trapianto di cuore prevede il raffreddamento dell’organo e la sua temporanea “ibernazione” tramite arresto cardioplegico. Ma questo comporta inevitabilmente periodi di ischemia – cioè di carenza di ossigeno – che possono compromettere seriamente la funzionalità del cuore una volta trapiantato.

Il nuovo protocollo russo, invece, mantiene il cuore in attività durante l’intera procedura grazie a una speciale soluzione di Krebs-Henseleit modificata, arricchita con una sospensione di eritrociti. Questa soluzione viene somministrata a una temperatura controllata tra i 22 e i 37 °C, fornendo al cuore ossigeno e nutrienti senza bisogno di raffreddamento.

Il risultato? Il cuore resta perfettamente vitale fino a 15 ore, eliminando i danni legati al congelamento e ai bruschi sbalzi termici.

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Trapianto nella cavità addominale: esperimento riuscito

I trapianti sperimentali sono stati effettuati con una tecnica chiamata impianto eterotopico, in cui il cuore viene posizionato nella cavità addominale. Tutti gli animali sottoposti all’operazione hanno superato con successo l’intervento, senza mostrare complicazioni post-operatorie. Un dato che suggerisce grandi prospettive anche per la sperimentazione clinica umana.

Perché questa scoperta è importante

Uno studio pubblicato a maggio su Nature Cardiovascular Research ha confermato che conservare i cuori dei donatori in frigorifero può causare danni molecolari irreversibili, aumentando il rischio di fallimento del trapianto. Il metodo sviluppato a Omsk potrebbe quindi rappresentare una svolta epocale nella medicina dei trapianti, migliorando sensibilmente i tassi di successo e la qualità della vita dei pazienti.

Verso una nuova era della trapiantologia

Secondo la documentazione ufficiale del brevetto, questo metodo potrebbe aprire la strada a nuovi standard internazionali nella chirurgia del trapianto di cuore. Addio quindi alle tecniche invasive e rischiose: il futuro potrebbe essere un cuore che non si ferma mai, nemmeno per essere sostituito.

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