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Un chip che usa la luce potrebbe rivoluzionare l’intelligenza artificiale

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L’intelligenza artificiale corre più veloce di quanto l’umanità riesca a stare al passo. Ma questa crescita ha un prezzo enorme: un consumo energetico insostenibile che minaccia di rallentare lo sviluppo stesso delle tecnologie su cui il mondo fa sempre più affidamento.

Ora arriva una svolta epocale dall’Università della Florida: un chip fotonico capace di sfruttare la luce al posto dell’elettricità per potenziare l’IA, riducendo drasticamente i consumi energetici e migliorando al contempo la capacità di riconoscere modelli e dati complessi. Una tecnologia che promette di trasformare tutto: dagli smartphone ai data center globali, offrendo un’ancora di salvezza a reti elettriche sempre più sotto pressione.

Come funziona la magia della luce

Guidato dal professore di fotonica Volker Sorger, il team ha scelto di abbandonare l’elettronica tradizionale per affrontare uno dei calcoli più intensivi dell’IA: le convoluzioni, quelle operazioni matematiche che permettono alle reti neurali di riconoscere volti, tradurre lingue o analizzare immagini mediche.

Il trucco è codificare i dati in fasci laser, facendoli passare attraverso microlenti di Fresnel incise sul silicio. Risultato: calcoli fulminei a energia quasi zero, con una precisione vicina al 100%.

E non è tutto. Grazie al multiplexing a diverse lunghezze d’onda, il chip può gestire contemporaneamente più flussi di dati — come un’autostrada ottica dove ogni corsia trasporta un segnale indipendente. Video, audio e testo possono così essere elaborati nello stesso istante, senza interferenze.

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Perché è un punto di svolta

  • Efficienza estrema: consumi energetici ridottissimi rispetto ai chip tradizionali.
  • Versatilità: dalla diagnosi medica allo streaming in tempo reale, le applicazioni sono infinite.
  • Scalabilità: integrabile nei futuri chip di NVIDIA e altri giganti del settore.

“Eseguire un calcolo chiave del machine learning a energia quasi zero è un passo fondamentale per il futuro dell’intelligenza artificiale”, sottolinea Sorger.

Il futuro dell’IA è ottico

Se commercializzati, questi chip potrebbero cambiare radicalmente l’equilibrio del settore tecnologico: data center meno inquinanti, smartphone con batterie più longeve e IA in tempo reale ovunque.

Sorger prevede che “l’ottica basata su chip diventerà parte integrante di ogni processore di intelligenza artificiale che useremo nella vita quotidiana”. E i primi prototipi dimostrano che non è fantascienza: è un futuro ormai a portata di mano.

Con la luce come alleata, l’IA potrebbe smettere di essere un mostro energivoro e trasformarsi in una tecnologia sostenibile e pronta a brillare come mai prima.

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