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Un tribunale ordina a Google di “disinstallare” un’app IPTV pirata

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In un’evoluzione senza precedenti nella lotta contro la pirateria IPTV, un tribunale argentino ha ordinato a Google di “disinstallare immediatamente” l’app Magis TV dai dispositivi Android. Questa misura è rivolta alle app che gli utenti hanno caricato lateralmente, poiché Magis TV non è disponibile sul Google Play Store ufficiale.

Oltre a bloccare 69 domini associati al servizio, il tribunale ha ritenuto necessario affrontare la minaccia rappresentata dalle milioni di copie di Magis TV già installate sui dispositivi degli utenti. Questa decisione segna un territorio inesplorato per le azioni anti-pirateria, sollevando preoccupazioni sulla libertà di espressione e il controllo remoto dei dispositivi degli utenti.

Il procuratore che ha guidato l’indagine, Alejandro Musso, ha difeso la misura senza precedenti come “assolutamente necessaria”, affermando che “ciò che è stato ottenuto è un’ordinanza del tribunale senza precedenti, che è in fase di analisi da parte di Google – capiamo che non possono negarla – che consiste nel disinstallare, tramite l’aggiornamento del sistema operativo Android, l’applicazione su tutti i dispositivi che hanno un indirizzo IP in Argentina”.

L’ordine specifica un nome file (magis_mobile_v6.5.2.apk) e i seguenti valori hash:

  • SHA1: e68156b531ffaade1090b7326b7ae7d604975cd0
  • MD5: c4614c08c3be4ee9972870056d47afae
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Un rapporto di VirusTotal conferma che entrambi gli hash si riferiscono allo stesso file, un APK Android da 48,89 MB (51262825 byte).

I titolari dei diritti hanno espresso entusiasmo per questa decisione, vedendola come un esempio globale nella lotta contro la pirateria. Il presidente de LaLiga, Javier Tebas, ha dichiarato: “Questa sentenza delle autorità argentine a seguito dell’indagine del pubblico ministero Musso, sulla base delle prove presentate da Alianza, rappresenta un esempio globale nella lotta contro la pirateria e il furto di contenuti audiovisivi”.

Tuttavia, la decisione solleva anche preoccupazioni sulla libertà di espressione e il controllo remoto dei dispositivi degli utenti. Google non ha ancora rilasciato una dichiarazione pubblica, ma è probabile che la società contesterà l’ordinanza o cercherà un altro motivo per giustificare la cancellazione.

Le implicazioni di questa decisione sono di vasta portata e potrebbero avere un impatto significativo sul modo in cui le aziende tecnologiche e i titolari dei diritti affrontano la pirateria in futuro. Rimane da vedere come Google risponderà e se altre giurisdizioni seguiranno l’esempio dell’Argentina.

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