Una nuova lega potrebbe rivoluzionare la memoria dei computer e abbattere i consumi energetici

A prima vista sembra solo un altro nome chimico difficile da ricordare, ma Ni₄W – una lega composta da nichel e tungsteno – potrebbe essere la chiave per trasformare l’elettronica del futuro. I ricercatori dell’Università del Minnesota l’hanno svelata dopo oltre vent’anni di sviluppo, e i risultati ottenuti nei test lasciano poco spazio ai dubbi: questo materiale ha il potenziale per riscrivere le regole della memoria magnetica e ridurre drasticamente il consumo energetico dei dispositivi digitali.
La vera svolta? Ni₄W è in grado di commutare gli stati magnetici senza bisogno di un campo magnetico esterno. Un dettaglio che può sembrare tecnico, ma che in realtà rappresenta una rivoluzione silenziosa: significa meno energia sprecata, più efficienza e la possibilità di realizzare componenti elettronici più piccoli, rapidi e sostenibili.
Come funziona Ni₄W: magnetismo senza sprechi e materiali comuni
Il segreto della lega sta nella sua struttura cristallina particolare. È proprio questa simmetria interna a permettere al materiale di generare una coppia elevata e attivare il cambio di stato magnetico in modo autonomo, senza l’intervento di forze esterne. In laboratorio, Ni₄W ha mostrato prestazioni elevate sia in forma pura che combinata con tungsteno, il che ne aumenta la versatilità.

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Ma forse l’aspetto più interessante è la praticità industriale. A differenza di molte tecnologie emergenti che richiedono metalli rari, costosi o difficili da lavorare, questa lega è composta da materiali comuni, economici e compatibili con i processi industriali esistenti.
Significa che non parliamo solo di un’innovazione da laboratorio: Ni₄W può davvero essere prodotta in massa, con costi contenuti e impatto ambientale ridotto.
Dallo smartphone al data center: Ni₄W può cambiare tutto
Le applicazioni possibili sono enormi. Smartwatch, smartphone, laptop, server e data center: tutto ciò che utilizza memorie magnetiche o richiede efficienza energetica potrebbe beneficiare di questa nuova lega. In un mondo sempre più connesso, dove ogni dispositivo consuma corrente anche quando sembra “spento”, una tecnologia capace di ridurre i consumi in modo strutturale è fondamentale.
E mentre le grandi aziende tecnologiche cercano soluzioni sempre più green, questa scoperta offre un’alternativa concreta, scalabile e già pronta per l’integrazione industriale.
Il progetto è stato portato avanti con il supporto di SMART, un centro di ricerca americano sponsorizzato dal National Institute of Standards and Technology (NIST), e rappresenta il frutto di oltre due decenni di studi e test. Un investimento che ora sembra destinato a restituire molto più di quanto promesso.
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