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Vedere al buio? Ora è possibile grazie a una retina artificiale con nanofili di tellurio

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Immagina di poter vedere al buio, come in un film di fantascienza. Ora smetti di immaginare: un team di ricercatori ha sviluppato una protesi retinica così avanzata da permettere proprio questo. Non solo ha riacceso la vista nei topi ciechi, ma ha anche regalato a primati sani la capacità di percepire l’infrarosso, qualcosa che nessun occhio umano ha mai fatto naturalmente.

Il cuore del progetto è un materiale poco noto al grande pubblico: il tellurio, un semiconduttore estremamente sensibile alla luce, soprattutto nello spettro infrarosso. I ricercatori sono riusciti a costruire una rete di nanofili ultrasottili, grandi quanto pochi atomi, capaci di trasformare la luce – visibile e non – in segnali elettrici che il cervello può comprendere.

Il risultato? Una retina artificiale autosufficiente, senza batterie o fonti di energia esterne, in grado di interfacciarsi direttamente con il sistema nervoso visivo.

Durante i test, topi ciechi dalla nascita hanno mostrato una reazione sorprendente: dopo l’impianto, i loro occhi hanno ripreso a contrarsi con la luce (riflesso pupillare), e il cervello ha riattivato i suoi centri visivi.
Nei test di orientamento, si muovevano con sicurezza, come i loro simili con la vista intatta. Una prova concreta che il dispositivo non solo funziona, ma trasmette informazioni reali al cervello.

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La sorpresa più incredibile è arrivata dai test sui primati sani. Con l’impianto, sono riusciti a vedere anche lo spettro infrarosso, come una sorta di visione notturna biologica, senza alcun impatto sulla vista naturale. In altre parole, hanno acquisito una nuova “supervista”, ampliando ciò che l’occhio può percepire, senza perderne la funzionalità originaria.

Questo dispositivo rappresenta molto più di una cura per la cecità. È una porta d’accesso alla realtà aumentata biologica, dove gli occhi umani – o animali – possono andare oltre i limiti imposti dalla natura.
E senza chip, visori o tecnologia invasiva: tutto parte da una sottile trama di nanofili intelligenti.

Siamo di fronte a un’innovazione che non si limita a restituire ciò che si è perso. Potrebbe cambiare per sempre il concetto stesso di percezione visiva.
Vedere nell’oscurità, captare frequenze invisibili, ampliare la nostra interazione con il mondo: questo è il potenziale racchiuso in pochi atomi di tellurio.

Una cosa è certa: il futuro della vista è appena diventato molto più luminoso. Anche… nel buio.

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