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Vittoria storica: Epic Games sfonda il muro di Google Play

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Epic Games ha ottenuto un’altra vittoria legale contro Google, costringendo il colosso tecnologico a modificare le politiche del Google Play Store.

Secondo il verdetto, gli sviluppatori di terze parti hanno ora maggiore libertà, mentre gli utenti possono installare app da fonti alternative e utilizzare sistemi di pagamento di terze parti.

La disputa legale è iniziata nel 2020, quando Epic Games ha denunciato le pratiche di Google. Il giudice ha accolto la richiesta dell’azienda, rilevando segni di posizione monopolistica di Google nel mercato Android, con commissioni irragionevoli addebitate agli sviluppatori.

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A seguito del procedimento, Google è stata costretta a:

  • Smettere di pagare operatori telefonici e produttori di dispositivi per la preinstallazione di Google Play
  • Smettere di offrire incentivi agli sviluppatori per il lancio esclusivo di app su Google Play
  • Consentire alle app di duplicare il catalogo di Google Play se altri sviluppatori non si oppongono
  • Smettere di richiedere agli sviluppatori di effettuare transazioni in-app solo tramite Google Pay
  • Consentire agli utenti Android di scaricare altri store di app (come l’Epic Games Store) da Google Play

Inoltre, gli sviluppatori possono ora pubblicizzare metodi di acquisto alternativi all’interno delle loro app e aggiungere link a risorse di terze parti per l’installazione di programmi. Tuttavia, Google si riserva il diritto di addebitare agli sviluppatori le “misure ragionevoli” necessarie per garantire la sicurezza degli utenti.

Google dovrà garantire il rispetto di questi requisiti per tre anni a partire dal 1° novembre 2024, ma ha già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello. Inoltre, Epic Games ha intentato un’altra causa contro Google e Samsung, accusandole di impedire deliberatamente il download di app da fonti terze sui dispositivi Galaxy.

È importante notare che i cambiamenti imposti a Google riguardano solo la legge antitrust statunitense, quindi potrebbero non influenzare le politiche del Play Store in altri paesi.

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