Xiaomi nella bufera: dipendenti costretti a turni massacranti di 11 ore

Nuove ombre si allungano sul gigante tecnologico cinese Xiaomi. Secondo un’inchiesta di GizmoChina, basata su segnalazioni anonime pubblicate su Maimai, la piattaforma social cinese equivalente a LinkedIn, l’azienda starebbe costringendo i propri dipendenti a estenuanti turni di lavoro di almeno 11 ore e mezza al giorno!

Le accuse, corroborate dalle testimonianze di diversi dipendenti ai media, dipingono un quadro inquietante: non lavorare un numero sufficiente di ore potrebbe portare a rimproveri formali da parte della direzione e, nei casi più gravi, a un “invito” a rassegnare le dimissioni.

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Sembra che la pressione sugli orari di lavoro vari a seconda dei reparti: se in alcuni il minimo sindacale è fissato a 10 ore e mezza, in altri si arriverebbe addirittura a turni di 15 ore! La prassi, stando alle fonti interne, non verrebbe formalizzata per evitare tracce scritte, ma comunicata verbalmente dai superiori. Inoltre, i dipendenti denunciano una forte disincentivazione alla fruizione delle ferie.

Questo regime di straordinari forzati, sempre secondo le testimonianze, sarebbe in vigore da circa due anni, ma solo ora la situazione sta emergendo pubblicamente. Al momento, Xiaomi non ha rilasciato alcun commento ufficiale in merito a queste pesanti accuse. Resta da vedere se l’azienda risponderà a queste segnalazioni e quali saranno le conseguenze di tali pratiche sul benessere dei suoi dipendenti.

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