YouTube usa l’IA per smascherare i finti maggiorenni: parte la stretta globale sugli under 18

YouTube alza l’asticella del controllo: nei prossimi mesi, un nuovo sistema basato su reti neurali inizierà a determinare l’età reale degli utenti, anche quando si tenta di ingannare l’algoritmo con una data di nascita falsa. Un cambiamento radicale che potrebbe stravolgere l’esperienza sulla piattaforma per milioni di adolescenti… e non solo.
L’intelligenza artificiale ti “scova”: ecco come
Secondo quanto comunicato da Google in un post ufficiale sul blog di YouTube, il sistema AI analizzerà il comportamento dell’utente per capire se ha davvero più di 18 anni. Non basterà più indicare una data di nascita fittizia nell’account: verranno osservati segnali molto più sottili.
Tra i criteri presi in esame ci saranno:
- I tipi di video cercati
- Le categorie visualizzate più frequentemente
- L’anzianità dell’account
Se l’algoritmo sospetta che dietro a un profilo si nasconda un minorenne, scattano automaticamente delle limitazioni: niente pubblicità personalizzate, algoritmi di raccomandazione modificati, accesso ristretto a contenuti più “sensibili” e l’attivazione forzata degli strumenti per la salute digitale.

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Uno degli aspetti più controversi della novità riguarda l’analisi del contenuto guardato. Se YouTube ritiene che i video visualizzati siano troppo “infantili”, l’utente verrà considerato automaticamente minorenne, anche se l’età dichiarata è corretta.
In questi casi, per dimostrare di essere maggiorenne sarà necessario fornire un documento d’identità o i dati della carta di credito. Una procedura che molti potrebbero considerare eccessivamente invasiva o discriminatoria.
Un test che parte dagli Stati Uniti… e poi si estende al mondo
L’esperimento inizierà nelle prossime settimane sugli utenti statunitensi, ma YouTube ha già annunciato l’intenzione di estendere la verifica AI anche in altri Paesi, Italia inclusa.
Si tratta di un passo deciso verso un controllo più capillare, ma che apre anche a nuove critiche: fino a che punto l’intelligenza artificiale può (o deve) interpretare il comportamento degli utenti? E quali rischi per la privacy comporta l’analisi automatizzata delle nostre abitudini di visione?
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