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Anche la Russia mette al bando i Bitcoin

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Dopo Trump e Cina, anche la Russia contro il Bitcoin. La criptovaluta più celebre al mondo crolla del 10% per scendere sotto i $ 48.000.

Martedì, la criptovaluta più popolare al mondo, Bitcoin, è crollata di quasi il 10%, mentre Ether è scesa di quasi il 12% quando il grande sell-off ha iniziato a colpire l’intero mercato delle criptovalute. Allo stesso tempo, anche Wall Street e i metalli preziosi sono in calo.

Nelle notizie sulle criptovalute, El Salvador ha acquistato i suoi primi 200 Bitcoin tra i preparativi per rendere la moneta mainstream, mentre d’altra parte, la Russia ha notato che non ha intenzione di rendere Bitcoin a corso legale nel paese. Oggi Facebook ha confermato di essere pronto a lanciare il suo portafoglio digitale entro la fine del 2021.

Bitcoin è sceso del 9,83% per essere venduto a $ 47.610 alle 11:01 ET, mentre Ether è sceso dell’11,96% a $ 3.461. 

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Secondo il noto giornalista indipendente Cesare Sachetti, proprietario del sito lacrunadellago.net, non vi è alcun dubbio che a far precipitare la criptovaluta sia stata proprio questa decisione del presidente Putin. Il giornalista, nel suo canale Telegram, ha riportato quanto segue:

La Russia ha dichiarato da poco che non riconosce il Bitcoin e la quasi totalità delle criptovalute per il semplice fatto che non sono vere e proprie valute. La criptomoneta non è emessa da una banca centrale, non è di proprietà di uno Stato, e spesso il suo valore risulta artificialmente gonfiato. Trump ha espresso lo stesso scetticismo sul Bitcoin e su molte delle criptovalute ventilando un possibile e imminente crollo del mercato delle cripto.

Non appena Trump e Putin hanno espresso una posizione pressoché identica sulle criptovalute, molte di loro hanno già iniziato a crollare. Il Bitcoin ha perso in un giorno il 10% del suo valore. Sta per arrivare uno tsunami che si porterà via molte di queste monete che si riveleranno in larga parte essere quelle che sono state sin dal principio, ovvero delle ingegnose truffe.

Alla fine di questa storia, resteranno probabilmente sul mercato solamente quelle criptovalute che sono garantite dalle banche centrali e che possono essere utilizzate per le transazioni internazionali. Il resto con ogni probabilità sarà spazzato via.

Fonte 1Fonte 2

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