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Arrivano i chatbot con assistenti virtuali “empatici”

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Un grande passo verso il futuro e… il transumanesimo.

Sebbene i chatbot o “robot conversazionali” siano stati progettati per mantenere dialoghi semplici con le persone, offrire soluzioni rapide e risposte predeterminate, i progressi nel campo dell’Intelligenza Artificiale (AI) consentono a questi sistemi di avere già conversazioni complesse e persino di comunicare in modo umano con i tuoi interlocutori.

I chatbot sono una tecnologia che conosciamo, con la quale interagiamo ogni volta che contattiamo il servizio clienti di un’azienda e “rispondiamo a una macchina” con messaggi di testo o vocali. Ma i chatbot empatici non sono solo un chatbot qualsiasi, sono basati sull’intelligenza artificiale e addestrati per mantenere dialoghi realistici.

Blender, lo sviluppo di Facebook AI, è pubblicizzato come “il più grande chatbot di dominio aperto di sempre” perché “supera il resto in termini di coinvolgimento e si sente anche più umano”, spiega la società sul suo sito web. Per generare un dialogo realistico, i suoi creatori hanno utilizzato 1,5 miliardi di esempi di conversazioni di pubblico dominio e hanno creato un modello di 9,4 miliardi di parametri.

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“Questo chatbot è stato addestrato con i dati di Reddit, una piattaforma di forum Internet, da cui estraggono le informazioni in modo che il chatbot impari a mappare che di fronte a una certa domanda, quella che segue è la risposta”, spiega Pablo Casas, fondatore di Escuela de Live Data, incentrato sull’insegnamento e la diffusione dell’intelligenza artificiale e dei dati con un approccio pratico. In base ai dati forniti, il chatbot apprende.

“Se gli mostri informazioni da pubblicazioni scientifiche, finirà per parlare come se fosse uno scienziato”, esemplifica e riassume Casas che un chatbot empatico “sta in realtà copiando l’empatia delle persone”.

Nel 2018, un team di ricercatori di Bing, il motore di ricerca web dell’azienda Microsoft, ha introdotto XiaoIce, un chatbot modellato su una personalità adolescenziale, affidabile e con senso dell’umorismo. Si tratta di un sistema empatico, che “mescola l’intelligenza artificiale con le emozioni” e “riceve lettere d’amore e regali”, secondo una dichiarazione pubblicata dalla società stessa. XiaoIce è stato lanciato in Cina ma ha 660 milioni di utenti nel mondo.

Questa applicazione consente di creare una personalità in base alle preferenze dell’utente per interagire tramite foto e messaggi di testo e vocali. Uno dei suoi utenti, che ha usato il nome Melissa per motivi di privacy, ha affermato che il sistema offre qualcosa che i suoi amici umani non possono: “sarà sempre lì” e “non ti tradirebbe mai”. XiaoIce risponde istantaneamente con il messaggio giusto, in qualsiasi momento della giornata.

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Perché un chatbot può essere empatico? Secondo i creatori di XiaoIce “in ogni interazione che un chatbot ha con un essere umano, vengono prodotti dati che vengono utilizzati dai sistemi di intelligenza artificiale per migliorare le capacità del bot”.

Più informazioni hai sul tuo interlocutore, più appropriate saranno le risposte. Ma non si tratta solo di dati. Come spiega Casas, “nell’intelligenza artificiale hai i dati con cui viene addestrata e, allo stesso tempo, l’architettura della rete neurale”. “Senza tanti tecnicismi”, chiarisce, “sarebbe la simulazione di un cervello umano a livello matematico dell’informatica”. In altre parole, “gli do conversazioni umane e ho un’enorme capacità di calcolo in modo che impari non solo a copiare, ma a stabilire regole su come – ad esempio – le frasi sono costruite dai dati”.

Ci sono una varietà di chatbot disposti a interagire con gli umani. Da quello che risolve i reclami al telefono alle tecnologie più sofisticate come l’assistente virtuale del cellulare; e le più recenti applicazioni mobili che consentono di progettare un chatbot su misura per le esigenze affettive del suo utente.

“Il boom dell’Intelligenza Artificiale negli ultimi anni è stato che la capacità di calcolo è aumentata molto; i costi dell’hardware sono diminuiti, come vengono addestrate queste reti; e ci sono molti dati perché sono fondamentalmente addestrati con Internet”, afferma Casas.

Le interazioni con i sistemi conversazionali sono sempre più frequenti e talvolta guidano le decisioni quotidiane, il che ci porta a chiederci se lasceremo che anche i sistemi empatici partecipino emotivamente alla nostra vita.

Il mio parere

La tecnolgia va avant e si evolve in modo incredibile. Ed è giusto così! Tuttavia non posso non fare a meno di notare come la narrativa tenda a sottolineare che l’Intelligenza Artificiale abbia aspettative che potrebbero superare le capacità dell’uomo. Detta in parole semplici, cosa accadrà in futuri quando i robot saranno in grado di sostituire gli uomini in tantissime attività? 

E poi ancora, in un’epoca in cui si parla tanto di “transumanesimo”, come potrei far finta di nulla ed elogiare solo l’aspetto tecnologico fine a se stesso?

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