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Colpo ai siti pirata: l’Europa rende difficile trovare un hosting

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I provider di hosting rispettosi della legge non accolgono apertamente e esplicitamente i siti web di pirateria. Allo stesso tempo, molti di questi fornitori di servizi di terze parti hanno storicamente assunto una posizione neutrale nei conflitti di copyright. Tuttavia, secondo la legge dell’UE e i precedenti giuridici di supporto, le società di hosting sono tenute a intraprendere azioni contro le violazioni del copyright, poiché l’inattività può diventare piuttosto costosa.

In base alla Direttiva sul Copyright dell’UE adottata cinque anni fa, i siti Web che pubblicano “contenuti caricati dagli utenti” devono avere una politica di rimozione appropriata, volta a minimizzare le violazioni del copyright. In caso contrario, i reclami possono essere inoltrati al provider di hosting a monte.

Il co-fondatore e CTO di ServerAstra, un provider di hosting ungherese, afferma che i cosiddetti “siti pirata” non sono i benvenuti nella loro azienda e che seguono regole severe, in gran parte dettate dalla Direttiva sul Copyright. Ciò significa che i clienti verranno sospesi e/o licenziati in caso di violazione del copyright se non si conformano alle richieste dei titolari dei diritti.

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Inoltre, ServerAstra ha imparato che il rifiuto di condividere le informazioni dei clienti con terze parti può portare a problemi legali e a multe salate. Quindi ora risponderà direttamente ai titolari dei diritti o ai loro rappresentanti autorizzati per fornire i dettagli personali dei clienti, in linea con la Direttiva sul Copyright dell’UE.

In sintesi, l’ambiente di hosting in Europa è diventato più impegnativo per i siti web di pirateria negli ultimi anni. Mentre ci saranno sempre aziende che servono questi tipi di servizi, i titolari dei diritti hanno ottenuto poteri di applicazione aggiuntivi in Europa, proprio come voleva la Direttiva sul Copyright dell’UE.

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