Congiuntiva umana coltivata in laboratorio: una nuova speranza per le malattie oculari
Un team di ricercatori dell’Istituto Hubrecht di Utrecht, nei Paesi Bassi, ha annunciato di aver sviluppato per la prima volta un modello organoide della congiuntiva umana. Questo modello, che imita la funzione della congiuntiva reale, può essere utilizzato per testare farmaci per malattie oculari come la sindrome dell’occhio secco e il cancro.
La congiuntiva è una sottile membrana che ricopre la parte anteriore dell’occhio e la protegge da infezioni e danni. È anche responsabile della produzione di lacrime, che lubrificano l’occhio e lo proteggono da agenti irritanti.
I ricercatori hanno utilizzato cellule congiuntivali umane per coltivare gli organelli in strutture tridimensionali in una capsula di Petri. Queste strutture hanno dimostrato di funzionare come il vero tessuto oculare, secernendo lacrime e producendo componenti antimicrobici.
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Gli scienziati hanno anche scoperto che gli organelli possono essere utilizzati per simulare le allergie. Quando hanno cambiato le condizioni nella capsula di Petri per imitare le condizioni di un’allergia, gli organelli hanno iniziato a produrre più muco, componenti antimicrobici e un nuovo tipo di cellule, le cellule trapuntate.
Queste scoperte suggeriscono che gli organelli congiuntivali possono essere utilizzati per studiare i meccanismi di base delle malattie oculari. A lungo termine, potrebbero anche essere utilizzati per testare nuovi farmaci o addirittura per il trapianto in persone con occhi danneggiati o malati.
I vantaggi dei modelli organoidi
I modelli organoidi hanno diversi vantaggi rispetto ai modelli animali tradizionali. Innanzitutto, sono più simili al tessuto umano reale, il che significa che i risultati degli studi su questi modelli sono più predittivi dei risultati sugli esseri umani. In secondo luogo, sono più etici rispetto ai modelli animali, poiché non richiedono l’uccisione di animali.
I modelli organoidi sono una nuova e promettente tecnologia che potrebbe avere un impatto significativo sulla ricerca sulle malattie oculari.
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