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Difetti nel riconoscimento facciale: a rischio la sicurezza di persone innocenti

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Gli enti governativi, inclusi sette agenzie di applicazione della legge presso il Dipartimento della Sicurezza Interna e il Dipartimento di Giustizia, hanno istituito l’uso del riconoscimento facciale per verificare o accertare l’identità di qualcuno utilizzando un algoritmo che abbina un volto umano da un’immagine digitale o un fotogramma video a un database di volti. Tuttavia, il caso di Harvey Eugene Murphy, Jr. dimostra che sistemi di riconoscimento facciale difettosi o usati in modo improprio possono mettere a rischio i cittadini.

Murphy, in visita nel suo stato natale del Texas per rinnovare la patente di guida, è stato arrestato per una rapina a mano armata a Houston nonostante il suo alibi che lo collocava in California. Nonostante l’innocenza di Murphy sia stata dimostrata in seguito, egli aveva già subito violenze sessuali in carcere, riportando lesioni permanenti.

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Il caso di Murphy è il settimo caso noto di arresto ingiustificato dovuto al riconoscimento facciale negli Stati Uniti, evidenziando ulteriormente i difetti di una tecnologia già ampiamente adottata dalle forze di polizia e da alcuni rivenditori. Questa tecnologia viene utilizzata anche da alcune forze di polizia britanniche, come la Polizia Metropolitana di Londra, con tassi di errore fino al 90%.

Nonostante questi dati disastrosi, il ministro degli interni britannico ha esortato i capi di polizia a raddoppiare il numero di ricerche di riconoscimento facciale entro il maggio 2024, superando le 200.000 in Inghilterra e Galles. Anche in Canada, le forze di polizia di York e Peel stanno implementando sistemi di riconoscimento facciale, sollevando preoccupazioni per la privacy.

Questa tecnologia “autoritaria e pericolosa” ha il potenziale per trasformare le popolazioni in “carte d’identità ambulanti in una linea di polizia costante”, avvertono i gruppi per le libertà civili. Sono necessari urgentemente maggiori controlli e standard di privacy per questa tecnoologia.

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