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Energia nucleare per alimentare l’IA: l’ultima follia delle Big Tech

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I giganti della tecnologia hanno fissato il loro sguardo su una risorsa energetica che potrebbe rivelarsi la chiave per soddisfare le enormi esigenze di alimentazione dei loro sistemi di intelligenza artificiale: l’energia nucleare.

Secondo quanto riportato, aziende come Amazon Web Services (AWS) e altri colossi del tech sono in trattative con i proprietari di circa un terzo delle centrali nucleari americane per acquistare direttamente l’elettricità prodotta. Questa mossa sembra essere dettata dalla necessità di alimentare i loro voraci data center, che richiedono quantità di energia inimmaginabili per far funzionare le loro potenti infrastrutture di IA.

Il caso più eclatante è quello di AWS, che ha già siglato un accordo per l’approvvigionamento di energia da una centrale nucleare sulla costa orientale degli Stati Uniti, gestita dal gruppo Constellation Energy, il più grande proprietario di centrali nucleari del Paese. Inoltre, la società ha acquistato un data center alimentato a energia nucleare in Pennsylvania per 650 milioni di dollari.

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Questa tendenza sta sollevando numerose preoccupazioni tra gli esperti e i funzionari governativi. Innanzitutto, vi è il timore che l’accaparramento dell’energia nucleare da parte delle big tech possa compromettere la stabilità della rete elettrica, già sotto stress per la crescente domanda di elettricità da parte di settori come l’IA, la produzione e i trasporti.

Inoltre, si pone il problema della regolamentazione: non è chiaro se i singoli Stati abbiano il potere di intervenire e controllare questi accordi diretti tra le aziende tecnologiche e i produttori di energia nucleare. Il commissario per la tutela dei consumatori della Pennsylvania, Patrick Cicero, ha espresso preoccupazioni sugli impatti in termini di costi e affidabilità del sistema.

Dall’altro lato, le aziende tech sostengono che l’energia nucleare possa aiutarle a soddisfare i loro obiettivi di sostenibilità e riduzione delle emissioni di carbonio. Tuttavia, gli esperti avvertono che, anche se in teoria questo potrebbe essere vero, il rischio è che il sistema si affidi maggiormente al gas naturale per compensare la perdita di capacità nucleare.

Questa corsa all’accaparramento dell’energia nucleare da parte di Big Tech rappresenta un pericoloso cortocircuito per il nostro sistema energetico. Concentrare risorse così cruciali nelle mani di pochi colossi della tecnologia, con il rischio di compromettere affidabilità e accessibilità dell’energia, potrebbe avere conseguenze devastanti per l’intera società. È necessario un attento monitoraggio e una regolamentazione rigorosa per evitare che questa sete di potenza tecnologica metta a repentaglio la transizione energetica e la sicurezza di tutti i cittadini.

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