GameStop: parte la controffensiva di Wall Street
Wall Street non digerisce lo smacco di GameStop e cerca di correre ai ripari.
La vicenda di GameStop è sicuramente uno degli argomenti più dibattuti in questi giorni ed anche i telegiornali mainstream non hanno potuto ignorare la notizia. Dopo l’articolo di ieri vi riporto questa fantastica analisi presa dal canale Telegram https://t.me/bitcoinfacileitalia.
I personaggi che operano a Wall Street, sono noti per appellarsi alle regole del mercato solo nel momento in cui perdono soldi (infatti, si sono ben guardati da chiedere il rispetto delle regole quando tra il 2004 e il 2008 mettevano sul lastrico migliaia di persone grazie ai famigerati derivati CDO).
L’ultimo episodio della saga Gamestop, ha visto diversi broker interrompere gli scambi sul titolo in questione, oltre ad altre azioni di società come BlackBerry o la catena di sale cinema Amc.
Da oggi su queste piattaforme è possibile vendere o comprare le azioni ma non è più possibile farlo “a leva”, ossia utilizzando le opzioni.
Questa decisione sembrerebbe aver determinato un calo generalizzato dei titoli interessati dalle limitazioni con pesanti ribassi.
In particolare la piattaforma “Robinhood”, da cui erano partiti molti degli acquisti di questi giorni, ha comunicato agli utenti di aver introdotto pesanti limitazioni. Al momento sarebbe possibile solo vendere i titoli. Bloccati anche i semplici acquisti di azioni.
Una mossa che ha suscitato ondate di proteste e ha dato via ad una class action. L’accusa rivolta alla piattaforma è sostanzialmente quella di fare il gioco dei grandi della finanza a danno dei piccoli risparmiatori a cui invece Robinhood si rivolge. Dave Portnoy, trader molto popolare, ha usato parole di fuoco contro il broker Robinhood, augurandosi il carcere per il Founder.
Robinhood è una piattaforma statunitense che ha raccolto milioni di utenti. La sua caratteristica è infatti quella di non far pagare commissioni per la compravendita di titoli e opzioni, rendendo semplice e accattivante operare sui mercati anche per i piccoli risparmiatori.
Ma come riesce a guadagnare Robinhood? I colossi della finanza, come il fondo speculativo Citadel, pagano perché gli utenti di queste piattaforme vengano indirizzati verso un certo tipo di percorso. In sostanza per conoscere ed orientarne i flussi.
Sappiamo bene come i piccoli traders (il parco buoi) siano “merce” molto prelibata: il 90% di loro infatti perde dei soldi. Facile capire nelle tasche di chi finiscono. Qui si torna all’immortale adagio del professore del Mit Nicholas Negroponte che vale per qualsiasi cosa accada sul web “Se è gratis vuol dire che il prodotto sei tu”. Nei tanti commenti che si leggono in queste ore sui forum, sono in molti ad ipotizzare che sia stato proprio Citadel ad intimare a Robinhood di limitare l’operatività sui titoli in questione.
Quello che è cambiato negli ultimi tempi è che i piccoli investitori, organizzandosi e coordinandosi su forum e social network, riescono a costruire delle trappole in cui gli squali finiscono per mangiarsi da soli. Infatti è da tempo che community come Wall Street Bets selezionano titoli di aziende decotte, molto probabilmente destinate ad un inesorabile declino. Titoli su cui si sono accumulate scommesse al ribasso dei fondi speculativi.
In sostanza quando si scommette al ribasso si vendono azioni senza possederle, prendendole in prestito. La speranza è che quando arriva il momento di restituirle il loro prezzo sul mercato sia sceso, così da guadagnare sulla differenza di prezzo. Però nell’ipotesi che accada il contrario, son dolori. Le azioni vanno comunque restituite e poiché il loro prezzo potenzialmente può salire all’infinito, le perdite possono diventare enormi. Ed è quello che è successo con le azioni di Gamestop.
Tutti insieme i “piccoli” hanno fatto la scommessa opposta dei grandi fondi, comprando le azioni GameStop utilizzando opzioni a leva attraverso broker come Robinhood, amplificando la spinta al rialzo in uno short squeeze da manuale. A questo punto i fondi speculativi si sono visti costretti a “rientrare”, ossia a ricomprare le azioni prese in prestito poi vendute allo scoperto.
Questo buy back ha provocato altre brusche spinte al rialzo nel prezzo del titolo. A quel punto, altri fondi hanno cercato di acquistare le azioni in forte rialzo, in una spirale in cui i grandi investitori si sono scannati tra loro, facendo il gioco dei piccoli.
Dulcis in fundo, gli Hedge funds che erano esposti short, sono stati costretti a liquidare numerose posizioni in profitto per calmierare le perdite, così mentre GameStop, Blackberry etc. portavano a casa guadagni da capogiro, gli indici statunitensi erano in forte calo.
Mercoledì il fondo speculativo Melvin Capital è stato costretto a gettare la spugna portando a casa perdite per svariati miliardi di dollari.
Nota a margine: uno dei principali clienti di Melvin è Citadel, che a sua volta è cliente di Robinhood.
E oggi infatti il sistema ha cominciato a reagire, e le limitazioni imposte oggi ai piccoli trader vanno lette in questo senso.
Ormai è chiaro a tutti da che parte stanno i broker (e uno ha avuto anche il coraggio di chiamarsi Robinhood).
Per i trader crypto questa non è una novità, infatti ricordiamo tutti l’azione unilaterale di delevereging applicata da E-toro a fine dicembre 2020 a tutti i clienti europei long su bitcoin.
In conclusione, prima dell’azione eclatante dei Wall Street Bets non si era mai visto un gruppo di “insiders” e grandi investitori, soccombere al cosiddetto parco buoi dei retails. Quello a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni, potrebbe essere il primo di una serie di eventi che porteranno a degli scenari totalmente nuovi sui mercati. E per questo a Washington è suonato l’allarme rosso e già si parla di “rischio sistemico per i mercati”.
Trading e investimenti sono un gioco a somma zero, dove a fronte di soggetti che guadagnano ce ne sono altri che perdono soldi. E ovviamente un parco buoi organizzato, con i piccoli investitori che si coordinano per fare gioco di squadra, rompe il giochino a danno dei soliti noti. I quali non possono permettersi che ciò accada. Ma credo che a questo giro, lor signori abbiano le armi spuntate.
Ieri potremmo aver assistito a un evento epocale ed è possibile che lo stesso “gioco” presto si sposti su altri titoli azionari o persino materie prime.
Il Re è nudo, così come la credibilità e la trasparenza dei mercati finanziari.
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