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Gli abitanti delle colonie extraterrestri potrebbero ricorrere al cannibalismo

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Gli esseri umani nelle prime colonie extraterrestri potrebbero essere costretti a ricorrere al cannibalismo se dovessero esaurirsi le risorse alimentari, principalmente quelle risalenti ai primi difficili raccolti in serra. È questa la conclusione a cui è giunto un professore di astrobiologia dell’Università di Edimburgo, Charles Cockell, in una dichiarazione a Metro.

L’astrobiologo inglese ritiene innanzitutto che la creazione di una colonia residente al di fuori della Terra dovrebbe essere un’alternativa seriamente considerata in considerazione del pericolo che corre l’umanità nel contesto dell’attuale crisi climatica. È una sorta di “polizza assicurativa” contro la propria estinzione che l’umanità dovrebbe “firmare” al più presto. Dopotutto, ci sono state molte estinzioni di massa in passato, ma la differenza tra noi e le molte specie che si sono estinte è che siamo una specie intelligente con un programma spaziale.

Secondo Cockell, gli abitanti dei primi insediamenti correrebbero il rischio di cannibalismo, pratica documentata in diverse situazioni in passato che coinvolgeva gruppi umani isolati con scarsità di cibo.

Se si posiziona un gruppo di individui su Callisto, un satellite di Giove che potrebbe ospitare una delle prime colonie umane extraterrestri e se le risorse iniziano ad esaurirsi, ad esempio se il modulo dove devono far crescere le serre le piante vengono danneggiate in un modo o nell’altro, questi individui corrono il serio rischio di mangiarsi a vicenda poiché non c’è altro modo per sopravvivere.

Approvvigionamento alimentare: una questione chiave

Questa può essere una previsione esagerata, ma serve allo stesso Cockell sostenere che il rifornimento costante di cibo, quando si organizza una missione in cui un gruppo umano deve risiedere a lungo in una colonia al largo della Terra, è un aspetto fondamentale da tenere in considerazione , una domanda fondamentale.
Ciò che una colonia umana nello spazio dovrebbe fare in primo luogo è stabilire un sistema sicuro per coltivare piante e immagazzinare o creare risorse alimentari.

Un altro grosso problema: la malattia

Un altro problema potrebbe essere quello delle malattie infettive: queste potrebbero diffondersi molto rapidamente in un ambiente chiuso e circoscritto come quello di una colonia umana isolata i cui membri vivono principalmente in cupole o moduli indoor.
Un metodo per ridurre il rischio di gravi epidemie consiste nel creare più gruppi in strutture autosufficienti. Se un’epidemia si diffonde, i primi gruppi colpiti potrebbero essere messi in quarantena più facilmente.

Il mio parere

Non sono di certo un astrobiologo ma credo che nel momento in cui l’umanità dovesse decidere di migrare verso colonie extraterrestri, chi di dovere provvederà a farlo nel miglior modo possibile, prendendo in seria considerazione anche la penuria di cibo. Il cannibalismo è un’ipotesi che può essere presa in considerazione anche sul nostro pianeta, qualora per una causa X, l’umanità dovesse trovarsi in una seria emergenza alimentare.

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