Google vince la causa contro i truffatori del DMCA
In una sentenza storica, Google ha ottenuto una sentenza di default contro due uomini che hanno abusato del suo sistema di rimozione DMCA per prendere di mira falsamente 117.000 URL di negozi online dei concorrenti. Poiché nessuno degli imputati si è presentato in tribunale, una corte federale della California si è schierata con il motore di ricerca. Tramite un’ingiunzione, agli uomini è ora vietato inviare falsi avvisi di rimozione e creare nuovi account Google.
La procedura di rimozione DMCA consente ai titolari dei diritti di richiedere la rimozione di materiale che viola i diritti dalle piattaforme online. Sebbene spesso giustificate, alcune richieste di rimozione DMCA sono discutibili o addirittura del tutto abusive.
Google non è estranea all’abuso del DMCA. L’azienda ha elaborato più di 9 miliardi di richieste di rimozione nel corso degli anni e, sebbene la maggior parte delle notifiche siano legittime, i truffatori cercano regolarmente di aggirare il processo per ottenere un vantaggio ingiusto.
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Lo scorso novembre, Google ha deciso di agire contro il dilagante abuso del DMCA. In una causa intentata presso una corte federale in California, ha accusato Nguyen Van Duc e Pham Van Thien di aver inviato oltre 100.000 richieste di rimozione fraudolente, spesso contro negozi di magliette di terze parti. I truffatori hanno utilizzato nomi inventati e hanno anche impersonato celebrità come Elon Musk nei loro sforzi di rimozione.
Senza che gli imputati si rappresentassero da soli, Google ha richiesto un giudizio in contumacia. Il tribunale ha accolto la richiesta, emettendo una sentenza di default a favore di Google. L’ordinanza conferma che gli imputati hanno violato il DMCA con le loro false notifiche di rimozione e hanno commesso una violazione contrattuale ai sensi della legge della California.
Mentre Google avrebbe potuto richiedere milioni di dollari di risarcimento, non ha chiesto un centesimo. L’obiettivo principale era porre fine al comportamento abusivo, quindi la società ha chiesto un’ingiunzione per vietare agli imputati di inviare falsi takedown in futuro, incluso il divieto di registrare nuovi account Google.
La vittoria di Google invia un messaggio chiaro: coloro che tentano di manipolare il sistema possono e saranno ritenuti responsabili. Tuttavia, è improbabile che l’ingiunzione avrà un impatto significativo sulla più ampia comunità di “truffatori”.
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