IA e posti di lavoro a rischio: il Regno Unito suggerisce il reddito di base universale
Ed ecco che un’altra teoria complottista comincia a prender vita…
Il cosiddetto “padrino” dell’intelligenza artificiale (IA), Geoffrey Hinton, ha invitato il governo britannico a considerare l’adozione di un reddito di base universale (UBI) per gli adulti britannici. Hinton, rinomato esperto di IA, ha avanzato questa proposta durante incontri con funzionari governativi a Downing Street.
Hinton ha espresso preoccupazione per il fatto che l’IA automatizzerà un numero significativo di lavori noiosi a livello globale e ritiene che spetti ai governi affrontare l’impatto crescente dell’IA e prevenire un aumento delle disuguaglianze di reddito.
“Sono stato consultato da persone a Downing Street e ho consigliato loro che l’UBI fosse una buona idea”, ha condiviso Hinton con la BBC. Secondo lui, la rivoluzione dell’IA beneficerà principalmente i ricchi, mentre i dipendenti comuni, come i lavoratori manuali e coloro che svolgono lavori automatizzabili, potrebbero perdere il loro sostentamento. “Questo sarà dannoso per la società ”, ha avvertito Hinton.
Il pioniere dell’IA ha anche espresso timori che l’IA possa rappresentare una minaccia di estinzione per gli esseri umani entro i prossimi 5-20 anni. Ha messo in guardia sull’uso crescente di chatbot basati sull’IA, affermando che “una forma di essi è semplicemente migliore dell’intelligenza biologica”. Hinton ha anche evidenziato il rischio che la competizione tra le aziende tecnologiche per sviluppare rapidamente prodotti potrebbe portarle a “decidere autonomamente di uccidere persone” aumentando la loro dipendenza dall’IA.
L’UBI, come descritto dalla BBC, prevede che il governo fornisca un salario di base a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro stato finanziario. Ogni persona riceverebbe regolarmente una somma fissa di denaro in base a questo schema.
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Hinton è il pioniere delle reti neurali, che costituiscono la base teorica dell’attuale esplosione dell’intelligenza artificiale. In precedenza ha lavorato presso Google, ma ha abbandonato il colosso tecnologico per poter parlare più liberamente dei pericoli dell’IA non regolamentata.
Un portavoce di Downing Street ha precisato che attualmente “non ci sono piani per introdurre un UBI”. Tuttavia, Hinton non è l’unico a sottolineare la necessità di un UBI man mano che l’IA diventa sempre più diffusa. Il suo ex studente, Sam Altman, fondatore e CEO di OpenAI, sta esplorando il concetto attraverso la sua iniziativa Worldcoin, che mira a fornire un UBI tramite una criptovaluta gratuita.
La preoccupazione per l’impatto dell’IA sui posti di lavoro non è infondata. A marzo, l’Istituto per la politica pubblica di Londra (IPPR) ha avvertito che quasi 8 milioni di posti di lavoro nel Regno Unito potrebbero essere persi a causa dell’IA in un “apocalisse dei posti di lavoro”. Il rapporto del think tank ha evidenziato che le donne, i lavoratori più giovani e quelli con salari più bassi sono i più a rischio dall’automazione.
L’analisi dell’IPPR suggerisce che i lavori di livello base, a tempo parziale e amministrativi sono i più esposti alla sostituzione da parte dell’IA in uno “scenario peggiore” per l’implementazione delle nuove tecnologie nei prossimi 3-5 anni. Il rapporto ha anche osservato che un numero crescente di aziende sta adottando tecnologie generative di IA, che possono leggere, creare ed automatizzare varie attività sul posto di lavoro.
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Nello scenario peggiore, il rapporto dell’IPPR stima che 7,9 milioni di posti di lavoro potrebbero essere soppressi, con eventuali guadagni di produttività dall’IA che potrebbero essere compensati da una crescita zero del PIL entro 3-5 anni. Nello scenario migliore, nessun lavoro verrebbe perso se la forza lavoro fosse completamente integrata con l’IA generativa.
Con l’avanzare e la trasformazione dell’IA nel mercato del lavoro, i responsabili delle politiche dovranno confrontarsi con le implicazioni sociali e prendere in considerazione misure come l’UBI per sostenere coloro che vengono sostituiti dall’automazione.
Il mio parere
Durante la pandemia, il reddito di cittadinanza ha agevolato tantissime persone che, a causa della disastrosa situazione economica che tutti ricordiamo, non potevano andare a lavorare o peggio ancora, erano senza lavoro. Questo simpatico reddito, ha agevolato anche tantissimi figli di papà che preferivano oziare sul divano di casa, anziché accettare le tante offerte di lavoro che i disperati imprenditori, hanno proposto in quel periodo. E di questi casi, ne conosco a decine.
L’intelligenza artificiale porterà inevitabilmente la disoccupazione alle stelle,e come faranno dunque i governi a tenere buoni buoni i suoi cittadini che, in preda alla disperazione, non potranno più mantenere le proprie famiglie? Ma con il reddito di base universale, è ovvio!
A questo punto però, la domanda sorge spontanea… Chi potrà beneficiarne in futuro? Mh, aspetta aspetta, fammici pensare… Ah si, avrei un’altra domanda: ma il reddito universale lo daranno a tutti i disoccupati o magari per “meritarselo” ci tocca obbedire a qualche nuovo obbligo-restrizione-trattamento sanitario? Così, chiedo per un amico…
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