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Intelligenza artificiale: l’Italia crea un fondo per la disoccupazione

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Il governo investirà nella formazione di competenze digitali per i lavoratori a rischio di sostituzione

Uno dei principali timori dei lavoratori è che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e l’aumento delle sue capacità finisca per generare una serie di sostituzioni. Per questo motivo il governo italiano ha deciso di agire preventivamente per non condannare la forza lavoro alla disoccupazione.

Il “Fondo per la Repubblica Digitale” è il programma presentato dalle istituzioni ufficiali italiane che destinerà fino a 30 milioni di euro per l’assistenza ai lavoratori che sono stati colpiti o i cui lavori sono potenzialmente influenzati dall’arrivo dell’intelligenza artificiale in questi settori.

Secondo il governo italiano, i settori principalmente interessati dall’arrivo dell’intelligenza artificiale saranno il trasporto e la logistica, gli uffici e il supporto amministrativo, la produzione, i servizi e il settore commerciale, e proprio a questo gruppo di lavoratori saranno destinati 10 milioni di euro per formarli nell’acquisizione di competenze digitali.

Gli altri 20 milioni di euro del Fondo saranno destinati alla formazione di persone in condizioni di disoccupazione, in modo da introdurle nel mercato del lavoro con le competenze ideali per evitare il rischio di essere sostituite o di tornare all’inattività nel breve termine.

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“Il futuro del lavoro non può essere realizzato se non siamo in grado di coinvolgere e potenziare tutto il capitale umano. Non c’è rivoluzione digitale senza persone (…) stiamo investendo nel futuro del lavoro promuovendo lo sviluppo delle competenze per accelerare la crescita economica del paese e consentire a tutti di esercitare una piena cittadinanza digitale”, ha affermato il sottosegretario all’Innovazione Tecnologica, Alessio Butti.

Per la presidente del Comitato Direttivo Strategico del Fondo, Daria Perrotta, il beneficio che questo programma porterà alla società italiana sarà determinante per il futuro del paese poiché “aumentare e aggiornare le competenze digitali rappresenta un’opportunità per consentire nuove entrate nel mondo del lavoro e per sostenere i lavoratori nei settori più colpiti dalle trasformazioni digitali”.

I soldi del Fondo non saranno dati direttamente alle persone, ma saranno distribuiti attraverso un concorso pubblico tra le istituzioni e le aziende interessate a facilitare la formazione nelle competenze digitali per i propri dipendenti. Anche le entità non a scopo di lucro potranno partecipare a questo processo.

Tra marzo e aprile del 2023, il governo italiano ha già avuto un confronto pubblico con OpenAI e il suo prodotto più conosciuto, ChatGPT, su questioni legate alla protezione dei dati e alla privacy degli utenti, il che ha portato all’interdizione temporanea dell’intelligenza artificiale in quel paese.

Nel frattempo, l’Unione Europea è ancora in fase di creazione di una legge per regolare l’intelligenza artificiale basata su standard di livelli di rischio per la sicurezza informatica dei cittadini di quella regione.

Per ora si sa che questa norma sarà presentata al plenum del Parlamento Europeo nel giugno del 2023, dove se ne discuterà l’approvazione.

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