Il fiasco dei veicoli elettrici di Hertz alimenta i dubbi sull’agenda green
Il recente crollo della strategia di veicoli elettrici (EV) di Hertz è più di un semplice passo falso aziendale: è un’evidente accusa alla cosiddetta “rivoluzione verde” e all’agenda globalista che la spinge. Hertz, un tempo acclamata come pioniera per il suo ambizioso piano di elettrificazione della sua flotta a noleggio, ora sta disperatamente scaricando le Tesla a prezzi da svendita, con alcune Model 3 del 2023 vendute a meno di $18.000. Questo non è solo un fallimento aziendale; è un racconto ammonitore sui pericoli dell’abbracciare ciecamente l’isteria del cambiamento climatico e la tirannia verde che essa consente.
L’incursione di Hertz nei veicoli elettrici avrebbe dovuto essere una vittoria per tutti: un passo coraggioso verso la sostenibilità e una mossa aziendale accorta per attrarre clienti attenti all’ambiente. Invece, si è trasformata in un disastro finanziario. I veicoli elettrici dell’azienda si sono rivelati costosi da mantenere, si sono deprezzati a un ritmo allarmante ed erano meno popolari tra gli affittuari rispetto ai veicoli tradizionali a benzina. Il risultato? Una svalutazione di 1 miliardo di dollari, prezzi delle azioni in calo e le dimissioni del CEO Stephen Scherr, che ha ammesso che la spinta verso i veicoli elettrici era diventata una “distrazione”.
Non si tratta solo di Hertz. Si tratta dell’agenda più ampia portata avanti dalle élite globali sotto le mentite spoglie della lotta al cambiamento climatico. L’obbligo di veicoli elettrici è un cavallo di Troia per un maggiore controllo governativo sulle nostre vite, camuffato da tutela ambientale. È un tentativo di accaparramento dei diritti civili mascherato da imperativo morale.
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La verità è che il cambiamento climatico è spazzatura scientifica. Le previsioni allarmistiche di sventura sono state ripetutamente smentite, eppure la macchina globalista continua a spingere la sua agenda, usando paura e senso di colpa per manipolare il pubblico. La mania dei veicoli elettrici è un esempio lampante. Governi e aziende stanno investendo miliardi in veicoli elettrici, ignorandone i difetti e le conseguenze reali delle loro politiche. L’esperienza di Hertz è un microcosmo di ciò che accade quando l’ideologia trionfa sulla realtà.
I veicoli elettrici non sono la panacea che si dice siano. Sono costosi da produrre, costosi da mantenere e dipendono da una filiera che è tutt’altro che verde. L’estrazione di litio e di altri materiali rari per le batterie dei veicoli elettrici è dannosa per l’ambiente e spesso si basa su pratiche di sfruttamento del lavoro. E non dimentichiamo la pressione sulle nostre reti elettriche, che stanno già lottando per soddisfare la domanda.
Ma ai globalisti non importa di queste scomode verità. Il loro obiettivo non è salvare il pianeta; è consolidare potere e controllo. Costringendoci ad abbandonare le auto a benzina e ad abbracciare i veicoli elettrici, non stanno solo dettando cosa guidiamo, stanno dettando come viviamo. È una tirannia verde, semplice e chiara.
Il fallimento di Hertz dovrebbe servire da campanello d’allarme. La decisione dell’azienda di vendere 30.000 EV entro la fine del 2024 è un’ammissione tacita che l’esperimento EV è fallito. I clienti non li vogliono e le aziende non possono permetters
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