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Instagram sotto accusa per i contenuti espliciti suggeriti ai minori

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Recenti studi condotti dal Wall Street Journal e dalla Northeastern University hanno scoperto che l’algoritmo di Instagram suggerisce regolarmente contenuti sessualmente espliciti ad utenti minorenni, anche solo 13enni.

La ricerca, guidata dalla professoressa Laura Edelson, ha visto la creazione di diversi account Instagram registrati a nome di ragazzini di 13 anni, per monitorare il tipo di contenuti proposti dall’algoritmo di Reels nell’arco di 7 mesi. Inizialmente gli account ricevevano una miscela di video innocui, ma col passare del tempo i contenuti sono diventati molto più espliciti e sessualizzati, con frequenti proposte di video con donne che ballano in modo provocante o descrivono in modo grafico i loro corpi.

In alcuni casi, gli account minorenni hanno ricevuto perfino video contrassegnati come “disturbanti” nell’arco di 20 minuti dalla creazione. Lo studio ha inoltre mostrato che i contenuti a sfondo sessuale venivano consigliati agli account minorenni alla stessa frequenza di quelli degli adulti, indice di una mancanza di distinzione nei suggerimenti dell’algoritmo.

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Meta, la società madre di Instagram, ha respinto queste accuse, affermando che si trattava di “un esperimento artificiale che non rispecchia la realtà di come gli adolescenti usano Instagram”. Tuttavia, altri rapporti e indagini interne dimostrano il contrario.

Un’indagine del 2023 del Wall Street Journal, dell’Università del Massachusetts Amherst e dell’Università di Stanford, ha infatti rivelato che Instagram non solo mette in contatto i pedofili, ma li indirizza anche verso venditori di contenuti attraverso i suoi sofisticati algoritmi di raccomandazione. Gli stessi ricercatori hanno individuato oltre 400 venditori di “materiale auto-generato di abusi sessuali su minori” sull’app.

Inoltre, un documento interno di Meta del 2022 ha mostrato che Instagram espone gli utenti adolescenti a tassi molto più elevati di contenuti vietati, come nudità, violenza e bullismo, rispetto agli adulti.

Questa situazione sollevata dalle indagini è estremamente preoccupante e dimostra come i giganti del tech come Meta debbano essere tenuti maggiormente responsabili per la protezione dei minori sui loro servizi.

La soluzione? I genitori dovrebbero vietare i social ai minorenni. Semplice! 🤷🏻‍♂️

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