Invasione di microplastiche: rinvenute tracce nei tessuti del cuore umano
Le microplastiche stanno diventando un problema globale a causa dei loro effetti negativi sull’ambiente, in particolare sugli animali marini. Questi piccoli frammenti di plastica persistono nell’ambiente e sono stati dimostrati causare cambiamenti dannosi nei pesci e in altri abitanti degli oceani quando ingeriti, spesso portando alla loro morte. Le microplastiche possono anche assorbire sostanze inquinanti dannose dall’ambiente e trasferirle alla catena alimentare umana. Oltre a contaminare i prodotti ittici, le microplastiche entrano nel corpo umano attraverso alimenti di origine vegetale e animale, imballaggi alimentari in plastica e prodotti di uso quotidiano che contengono o sono fatti di plastica.
Negli ultimi anni, sono emersi rapporti allarmanti da tutto il mondo che forniscono prove dirette della presenza di microplastiche nei campioni di sangue umano e persino nei cuori dei pazienti sottoposti a interventi di chirurgia cardiaca. In uno studio del 2022 pubblicato sulla rivista Environment International, ricercatori dei Paesi Bassi hanno identificato e quantificato con successo polimeri plastici in campioni di sangue prelevati da 22 volontari sani. Stavano testando un nuovo metodo di campionamento e analisi che avevano sviluppato appositamente per misurare particelle di plastica di almeno 700 nanometri di dimensioni nel sangue umano.
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L’analisi ha dimostrato che “le particelle di plastica sono biodisponibili per l’assorbimento nel flusso sanguigno umano”, con polietilene tereftalato (PET), polietilene (PE) e vari polimeri di stirene che presentavano le concentrazioni più elevate nei campioni di sangue. Le concentrazioni massime misurate per PET, PE e polistirene (PS) nei campioni di sangue erano rispettivamente di 2,4 microgrammi (mcg)/millilitro (mL), 7,1 mcg/mL e 4,8 mcg/mL. Il PE e il PET sono plastica industriale comunemente usata per l’imballaggio (ad esempio sacchetti, film e bottiglie), mentre i polimeri di stirene come il PS possono essere trovati in prodotti medici, elettronica, imballaggi alimentari e prodotti comuni per la casa. Va notato che, sebbene le ricerche sui rischi per la salute associati alle microplastiche siano limitate, la presenza di microplastiche nel sangue umano potrebbe danneggiare i tessuti e gli organi sani, se si considerano gli studi sugli animali.
Uno studio precedente ha riportato che le microplastiche possono “attaccarsi alle membrane esterne dei globuli rossi” e interferire con la loro capacità di trasportare ossigeno agli organi vitali. Nel frattempo, gli studi condotti su topi suggeriscono che le microplastiche nel flusso sanguigno potrebbero anche superare la barriera emato-encefalica e aumentare potenzialmente il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative in una persona. Uno studio recente che utilizzava cellule derivate dal cervello umano ha confermato questo rischio, notando che le microplastiche deteriorate prodotte dal degrado delle microplastiche nell’ambiente a causa del vento e della luce ultravioletta possono aumentare l’attivazione delle cellule immunitarie cerebrali (cellule microgliali) e dei percorsi che portano alla neurodegenerazione. L’iperattivazione delle cellule microgliali scatena una grave infiammazione cerebrale, che si ritiene svolga un ruolo cruciale nello sviluppo e nella progressione delle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson.
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Oltre al cervello, il cuore e i suoi tessuti circostanti sono anche a rischio di danni a causa della presenza di microplastiche. In uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology, ricercatori cinesi hanno rilevato varie microplastiche nei campioni di tessuto cardiaco prelevati da 15 pazienti sottoposti a interventi di chirurgia cardiaca. I tessuti campionati includevano il pericardio, la membrana che avvolge il cuore e il tessuto adiposo epicardico, che è il deposito di grasso situato tra il pericardio e il cuore.
Queste scoperte evidenziano come le microplastiche si stiano infiltrando sempre più negli organi umani, come il cervello e il cuore, con potenziali conseguenze per la salute. Nonostante la ricerca sugli effetti specifici delle microplastiche sulla salute umana sia ancora limitata, è importante continuare a studiare e comprendere meglio gli effetti a lungo termine di questa forma di inquinamento.
La lotta all’inquinamento da microplastiche richiede sforzi congiunti a livello globale per ridurre l’uso di plastica monouso, promuovere il riciclaggio e sviluppare alternative sostenibili. Solo attraverso azioni collettive e consapevolezza possiamo sperare di proteggere l’ambiente e la nostra salute dai danni delle microplastiche.
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