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La Cina soffoca il dissenso sul nuovo sistema di controllo digitale

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Secondo quanto riportato dal alcuni blog di informazione indipendente, Cina sta affrontando una crescente ondata di backlash online contro il suo piano di introdurre un sistema di identità digitale nazionale, con i censori che prontamente eliminano i commenti critici sui social media.

Il sistema di ID digitale proposto mira a sostituire i servizi di accesso e verifica forniti dalle aziende tecnologiche private, limitando così l’eccessiva raccolta di dati da parte delle entità commerciali. L’obiettivo è permettere agli utenti online di mantenere la privacy memorizzando le informazioni in un database governativo.

Tuttavia, i critici del progetto temono che l’ID digitale opzionale finirà per diventare obbligatorio e utilizzato per aumentare il controllo e la sorveglianza del governo.

La vittima più in vista della censura online è la nota professoressa di diritto Lao Dongyan della Tsinghua University di Pechino, una critica del diffuso uso della tecnologia di riconoscimento facciale nel paese. La settimana scorsa, Lao ha pubblicato una lunga critica all’ID digitale sul social cinese Weibo, paragonandolo ai controversi app sanitari utilizzati durante la pandemia di COVID-19 per limitare gli spostamenti.

L’esperta legale ha affermato che l’ID digitale potrebbe essere usato per monitorare le attività online e trasformare l’accesso a Internet in “un privilegio che richiede un permesso per essere goduto” – una pratica già adottata dalle autorità cinesi che hanno reso obbligatori app governativi inizialmente volontari.

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Dopo gli attacchi provenienti da comunità social allineate al governo, il post di Lao è stato rimosso e il suo account Weibo con 800.000 follower è stato messo a tacere per 90 giorni.

I censori stanno lavorando per eliminare altri post virali contro il sistema di ID digitale, mentre il Partito Comunista Cinese (PCC) si prepara a un periodo politicamente delicato. I leader politici cinesi si riuniranno presto al vertice di Beidaihe, un summit estivo segreto che si tiene nella città costiera di Beidahe all’inizio di agosto.

In passato, il governo ha affrontato forti critiche per le restrizioni draconiane agli spostamenti imposte dalle app obbligatorie per i codici sanitari COVID-19, portando a una serie di proteste nel 2022, un raro esempio in uno stato che controlla rigidamente il dissenso politico.

Nonostante la crescente opposizione, Pechino è improbabile che abbandoni l’obiettivo di introdurre l’ID digitale nazionale, secondo un’analisi del Nikkei Asia Review. È infatti già in corso una fase pilota del nuovo sistema, con gli utenti che devono fornire il loro documento d’identità nazionale e passare attraverso la verifica biometrica facciale.

Molti servizi online in Cina, inclusi i social media, richiedono già la registrazione con il vero nome per gli utenti. È probabile che l’ID digitale nazionale seguirà questo modello, finendo per diventare obbligatorio per un numero crescente di attività online.

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