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L’AGCOM chiama all’ordine Google e Cloudflare: stop alla pirateria

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A sei mesi dal lancio del sistema di blocco Piracy Shield, sembra che la pirateria IPTV non sia stata sconfitta come previsto. Di conseguenza, l’autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni AGCOM ha convocato Google e Cloudflare a un incontro ufficiale per ascoltare tutti i dettagli dei loro piani per combattere la pirateria. Recentemente, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana ha anche avviato un’indagine antitrust contro Google, quindi l’incontro di settembre si terrà sotto una nuvola di incertezza.

Anche se i titolari dei diritti non hanno ottenuto tutto ciò che chiedevano quando l’Italia ha approvato la nuova dura legislazione anti-pirateria nel 2023, hanno comunque ricevuto molto più di quanto abbiano ottenuto i loro omologhi in altri paesi dell’UE. Sanzioni più severe per i fornitori di contenuti piratati e per i consumatori, comprese multe per il semplice fatto di guardare uno stream pirata. Inoltre, sono stati introdotti nuovi poteri di blocco dei siti web, molto più aggressivi di quelli visti quasi ovunque altro, almeno sulla carta.

Tuttavia, il lancio del nascente sistema di blocco Piracy Shield, il tassello tecnico di una solida base legale, sta già deludendo su due fronti principali.

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In primo luogo, il campo di battaglia scelto gioca a favore dei pirati. I pirati sono noti per la loro abilità nell’ottenere e copiare i contenuti, ma prima del boom degli streaming, la distribuzione era soprattutto compito dei consumatori, attraverso reti P2P come BitTorrent. Ora che i contenuti sono più facili da ottenere che mai, i pirati nello spazio IPTV sono spesso specialisti nella distribuzione, quindi qualsiasi dipendenza da misure tecniche finisce per giocare a loro vantaggio.

In secondo luogo, nonostante le leggi per prevenire la pirateria siano diventate più elaborate e severe di decennio in decennio, la pirateria stessa è diventata più facile e diffusa. Essere presi può comportare conseguenze più gravi per i soggetti coinvolti, ma se la legge è un qualche deterrente, la disponibilità dei contenuti suggerisce che, laddove conta, la legge non fa quasi alcuna differenza.

A questo punto, l’attenzione dei titolari dei diritti si è nuovamente concentrata sulle aziende di infrastrutture internet, tipicamente Google, ma anche società come Cloudflare, provider di DNS, registrar di domini o chiunque sia percepito come avere un pulsante di spegnimento o un filtro magico. In Italia, dove un atteggiamento di “tutto è possibile” sembra essersi scontrato con la realtà, l’attenzione è ora rivolta a Cloudflare e Google.

Solo due settimane dopo l’avvio di Piracy Shield, Google si è trovata improvvisamente sotto pressione per combattere la pirateria di sua spontanea volontà. Tuttavia, il problema specifico in questione – un’app pirata presunta sul Google Play – richiedeva semplicemente che un titolare dei diritti inviasse una richiesta di rimozione, cosa che apparentemente non era stata fatta. Invece, i commenti pubblici hanno fatto intendere che il problema fosse una mancanza di etica e di autoregolamentazione.

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Dopo una battaglia legale che alla fine ha richiesto a Cloudflare di smettere di fornire servizi DNS a piattaforme di download di musica in Italia, Cloudflare si trova ora di fronte a una denuncia legale presentata dalla principale lega calcistica, la Serie A. Questa riguarda direttamente i fornitori IPTV che utilizzano i servizi di Cloudflare in modo tale da non poter essere bloccati dal sistema Piracy Shield. O, piuttosto, non possono essere bloccati senza bloccare anche piattaforme innocenti.

Di conseguenza, l’autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni AGCOM sta intraprendendo una strada già familiare a decine di importanti titolari dei diritti: trovare aziende non direttamente coinvolte nella pirateria ma con molto da perdere, presentare la pirateria come loro problema da risolvere e poi esercitare pressioni nella speranza che qualcosa ceda.

L’AGCOM ha convocato Cloudflare e Google a un incontro ufficiale in Italia durante il mese di settembre, con l’obiettivo di ascoltare direttamente dalle aziende le loro strategie per sconfiggere la pirateria in Italia, in particolare quella relativa alla vendita e alla fornitura di IPTV pirata. Inoltre, sembrerebbe che l’AGCOM voglia intraprendere ulteriori azioni per limitare ulteriormente la comparsa di servizi nei risultati di ricerca di Google, anche se l’eliminazione totale potrebbe non portare ai risultati desiderati.

In conclusione, l’incontro tra AGCOM, Google e Cloudflare si svolgerà in un contesto di tensioni e indagini antitrust, il che potrebbe avere implicazioni per le politiche globali di Cloudflare sulla protezione del diritto d’autore. Sarà interessante vedere come le aziende risponderanno a questa pressione e se saranno in grado di fornire soluzioni convincenti per combattere la pirateria IPTV in Italia.

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