LaLiga contro Internet: i siti innocenti pagano la guerra alla pirateria

La guerra della Liga spagnola contro la pirateria sta mietendo vittime collaterali. Da febbraio, quando i siti di streaming sportivo hanno iniziato a proteggersi con Cloudflare, la Lega ha scelto la linea dura: bloccare interi indirizzi IP condivisi. Risultato? Oltre ai portali pirata, finiscono oscurati anche decine di siti legittimi, senza possibilità di appello.
Ora, però, qualcosa potrebbe cambiare. Un nuovo progetto basato su blockchain, Immutable Domain Monitor, promette di dare voce e strumenti concreti a chi ha subito un blocco ingiusto, certificando prove che nessuno potrà cancellare.
Pirateria, propaganda e danni collaterali
Ogni inizio stagione calcistica è accompagnato da campagne antipirateria. Spot minacciosi, avvisi sui media, slogan come “Se ricevi calcio piratato, loro prendono te”, con il solito corredo di allarmi su malware, furti di identità e frodi finanziarie.
Ma mentre LaLiga agita lo spettro dei rischi digitali, i cittadini spagnoli vedono un’altra realtà: blocchi a raffica che colpiscono siti innocui, colpevoli solo di condividere gli stessi IP dei portali incriminati. Una guerra che, nel nome del copyright, calpesta la libertà digitale.

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Blockchain come arma di difesa
Qui entra in gioco Immutable Domain Monitor, piattaforma che registra i domini colpiti da blocchi e ne conserva le prove in modo immutabile su blockchain, con firme temporali in BTC ed ETH.
Ogni tentativo di oscuramento viene documentato e archiviato per sempre, certificato da protocolli come OpenTimestamps e OriginStamp. In questo modo, chi subisce un blocco eccessivo può finalmente dimostrarlo davanti a terzi, tribunali compresi.
Sul sito ufficiale, il progetto si presenta come una “comunità di amanti del web”, composta da sviluppatori, utenti e attivisti. La missione è chiara:
- difendere l’uguaglianza digitale,
- rendere trasparenti i blocchi,
- garantire giusto processo,
- tutelare il diritto all’informazione.
Una sfida allo status quo
Secondo i promotori, Internet appartiene a tutti e nessuno, nemmeno LaLiga, può decidere che i suoi contenuti valgano più della libertà altrui. L’idea è forte: creare un archivio inoppugnabile degli abusi, visibile oggi e fra cento anni.

Restano dubbi sul futuro: l’anonimato del team potrebbe ridurre l’impatto legale, e il nodo GDPR è un rischio concreto. Ma è chiaro che l’iniziativa tocca un nervo scoperto: l’overblocking non è una fantasia, è una realtà quotidiana.
Una battaglia che va oltre il calcio
LaLiga continua a minimizzare, sostenendo che chi subisce un blocco può sempre fare reclamo. Peccato che dimostrarlo sia quasi impossibile senza competenze tecniche e costosi consulenti.
Ed è proprio qui che la blockchain può diventare un’arma potente: trasformare ogni vittima silenziosa in un testimone con prove certe. Non è solo una questione di pirateria e diritti televisivi. È una questione di libertà digitale.
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