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Le nuove policy sulla privacy di WhatsApp potrebbero essere illegali

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L’obiettivo è impedire la raccolta di dati personali dagli utenti della sua app di messaggistica WhatsApp.

WhatsApp ha dovuto affrontare un bel contraccolpo da quando ha annunciato la sua volontà di aggiornare la sua politica sulla privacy con modifiche che consentirebbero a Facebook di aggregare tutti i dati dei suoi utenti su tutti i suoi servizi.

Il regolatore per la protezione dei dati di Amburgo sta cercando un “ordine immediatamente esecutivo” contro Facebook entro il 15 maggio, perché teme che le modifiche alla politica sulla privacy di WhatsApp possano portare a un uso illegale dei dati degli utenti per scopi di marketing e pubblicità. Già a gennaio l’Europa ha minacciato Facebook con una multa di 50 milioni di euro. In effetti, la sua nuova politica era stata messa in dubbio per violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), implementato nel 2018.

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In quel momento WhatsApp ha tentato di chiarire la procedura. In effetti, la società aveva affermato che la nuova politica sulla privacy non ha cambiato il modo in cui condivide i dati sui singoli utenti e le conversazioni con Facebook. Il team tuttavia ha sempre chiarito quali dati l’app condivide con Facebook.

La nuove policy tuttavia dovrebbero interessare solo per influenzare le aziende che utilizzano la piattaforma WhatsApp, ma ciò non ha impedito ad alcuni utenti attenti alla privacy di lasciare la piattaforma. Il responsabile dei dati del regolatore, Johannes Caspar, ha detto ai nostri colleghi di Bloomberg che la nuova politica amplierà la condivisione dei dati tra WhatsApp e Facebook e che potrebbe essere “applicata illegalmente”.

“WhatsApp è ora utilizzato da quasi 60 milioni di persone in Germania ed è di gran lunga il social network più utilizzato, prima di Facebook. È quindi tanto più importante garantire che l’elevato numero di utenti, che rende il servizio attraente per molte persone, non conduca a un uso improprio del potere dei dati. Finora, a nostra conoscenza, non c’è stato alcun controllo prudenziale sull’effettiva elaborazione tra WhatsApp e Facebook. Ci sono ragioni per ritenere che le disposizioni che consentiranno ed espanderanno la condivisione dei dati tra WhatsApp e Facebook saranno applicate illegalmente a causa della mancanza di consenso volontario e informato”, ha affermato il regolatore.

Caspar ha anche detto che stava cercando di imporre un congelamento di tre mesi sulla raccolta dei dati degli utenti da parte di WhatsApp, citando “circostanze straordinarie” ai sensi del GDPR. Le misure possono essere estese dal Garante europeo della protezione dei dati, un organismo che riunisce le autorità di regolamentazione dei 27 Stati membri dell’Unione europea.

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