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Maxi blitz contro il “pezzotto”. 45 indagati per lo streaming illegale

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Un’operazione della polizia di stato che ha coinvolto oltre 200 agenti ha accusato 45 persone e preso il controllo di un sistema informatico utilizzato per diffondere flussi illegali, bloccando 1,5 milioni di utenti in una repressione dei contenuti non autorizzati.

La guerra allo streaming illegale continua anche nel 2021. Proprio ieri, venerdì 14 maggio, la polizia di stato ha bloccato 1,5 milioni di utenti che trasmettevano illegalmente contenuti in streaming da provider tra cui Netflix, Sky, DAZN e l’emittente domestica Mediaset.

L’IPTV tuttavia può comprendere anche canali tv esteri o di natura hard per un pubblico adulto.

Un comunicato delle stesse forze dell’ordine della penisola, ha affermato che oltre nella maxi operazione sono stati coinvolti oltre 200 agenti e che ben 45 persone sono state accusate di delitto di associazione a delinquere finalizzato alla commissione dei delitti di accesso abusivo a sistema informatico protetto da misure di sicurezza, di frode informatica aggravata dall’ingente danno arrecato e di abusiva riproduzione e diffusione a mezzo Internet di opere protette dal diritto di autore e opere dell’ingegno.

La città maggiormente incriminata è Messina dove si è assistito ad un blocco dell’80% dei contenuti trasmessi illegalmente in streaming su Internet attraverso il cosiddetto protocollo Internet (IP). Anche la maggior parte degli indagati vive nel sud Italia.

I contenuti vengono prima acquisiti legalmente e poi trasformati in flussi audio e video verso le case degli utenti finali.

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Gli account bloccati ammontano a circa l’11% del totale degli utenti dei servizi di streaming in Italia sulla base delle stime di settore fornite da Ampere Analysis.

La polizia ha affermato che il sequestro di un grande sistema informatico centrale nella città siciliana di Messina ha assicurato il blocco dell’80% dei contenuti trasmessi illegalmente in streaming su Internet attraverso il cosiddetto protocollo Internet (IP).

Il sud domina nel mercato dello streaming illegale!

I provvedimenti sono stati eseguiti in diverse città italiane che come accennato prediligevano il sud ed in particolar modo della Sicilia: Roma (perquisite 15 persone), Catania (6), Messina (5), Siracusa (1), Bari (1), Taranto (2), Fermo (1), Verona (1), Palermo (1), Agrigento (1), Napoli (2), Caserta (3), Salerno (1), Pisa (1), Pistoia (1), Milano (1), Potenza (1) e Cagliari (1).

Sebbene non sia chiaro se le autorità italiane cercheranno di addebitare le persone che hanno pagato per il servizio, hanno avvertito che i clienti potrebbero essere responsabili di procedimenti penali, inclusa la reclusione fino a otto anni e una multa di 25.000 euro.

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