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Nasce una nuova categoria di esopianeti, chiamata “hycean”

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I pianeti “Hycean” sono ricoperti d’acqua con un’atmosfera ricca di idrogeno e potrebbero ospitare una forma di vita microbica. In definitiva, lo studio degli esopianeti sarà migliorato grazie al miglioramento dei mezzi tecnici.

Il numero di pianeti che potrebbero ospitare vita extraterrestre continua a crescere. I ricercatori dell’Università di Cambridge hanno recentemente identificato un nuovo tipo di esopianeti: pianeti al di fuori del sistema solare. Li qualificano come “hycean” (“hycean” in inglese, o la contrazione di “hydrogen” e “ocean“). Questi esopianeti sono ricoperti dall’oceano e presentano un’atmosfera ricca di idrogeno con un alto livello di vapore acqueo. La loro massa è talvolta equivalente a dieci volte quella della Terra.

Come la maggior parte degli esopianeti scoperti fino ad oggi, i pianeti “Hycean” sono quindi più grandi della Terra ma più piccoli di Nettuno. Hanno temperature atmosferiche medie vicine ai 200 gradi. I ricercatori hanno anche affermato che l’atmosfera conteneva meno metano e ammoniaca del previsto per questo tipo di pianeti.

“Come minimo, potrebbe esistere vita microbica”

Piccolo inconveniente: con una superficie composta da oltre il 90% di acqua, questi pianeti potrebbero a priori ospitare solo una forma di vita acquatica. Grazie al James Webb Space Telescope, “saremo in grado, nei prossimi due o tre anni, di identificare segni di biofirma e sapere se questi pianeti possono ospitare la vita”, ha detto Nikku Madhusudhan, l’autore principale dello studio pubblicato nel rivista “Il Giornale Astrofisico”. Il ricercatore specifica che “come minimo potrebbe esistere vita microbica” prima di aggiungere che “la vita sulla Terra è iniziata allo stesso modo”.

La professoressa Beth Biller, che studia da vicino gli esopianeti presso l’Institute for Astronomy dell’Università di Edimburgo, accoglie con favore questa scoperta: “C’è una tale diversità tra gli esopianeti scoperti finora che è interessante studiare anche i pianeti non terrestri che potrebbero ospitare vita”.

Lo studio degli esopianeti sarà notevolmente migliorato

Proprio come la messa in servizio del telescopio spaziale James Webb, il miglioramento dei mezzi tecnici offre prospettive ottimistiche per lo studio degli esopianeti. All’inizio del 2021, l’astronomo Jean Schneider, co-scopritore del metodo dei transiti e fondatore dell’Enciclopedia dei pianeti extrasolari, si è rallegrato “della messa in servizio di telescopi di prossima generazione, che ci faranno fare passi da gigante nello studio dei esopianeti”.

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