Nuova terapia per il Parkinson? Importante scoperta dalla Svizzera
Ricercatori svizzeri hanno dimostrato che una certa regione del cervello, come si pensava in precedenza, non controlla solo il camminare ma anche molti altri movimenti.
Finora si dava per scontato che la cosiddetta regione motoria mesencefalica, una parte del mesencefalo, regolasse movimenti complessi come i cambiamenti posturali e la coordinazione di tutti e quattro gli arti durante la deambulazione. Tuttavia, la funzione dei neuroni in quest’area del cervello non è ancora completamente compresa. Ma i ricercatori svizzeri sono ora in grado di dimostrare che ci sono diverse popolazioni di neuroni in questa regione del cervello che controllano altri movimenti del corpo diversi oltre al camminare. Secondo i medici, questi risultati potrebbero aprire la porta a terapie migliori per il morbo di Parkinson.
La prof.ssa Silvia Arber del Biozentrum dell’Università di Basilea e capogruppo dell’Istituto Friedrich Miescher per la ricerca biomedica (FMI) in Svizzera ha studiato più in dettaglio la regione del movimento mesencefalico nei topi con il suo gruppo. Ha trovato e identificato diverse popolazioni di neuroni che regolano tutta una serie di altri movimenti, non solo il camminare. Sulla base dei risultati della loro ricerca, il ruolo precedentemente assunto di questa parte chiave del mesencefalo deve essere riconsiderato, afferma Arber. “È stato sorprendente scoprire che in questa regione, che tutti i circoli di esperti hanno associato al camminare, molti dei neuroni non si attivano affatto durante il cammino”.
Due popolazioni di neuroni non attive durante la deambulazione
Gli scienziati hanno scoperto due popolazioni di neuroni localmente inseparabili durante la ricerca. Uno invia stimoli al midollo spinale mentre l’altro si collega nella direzione opposta a parti di un’area del cervello chiamata gangli della base. Durante gli esperimenti, è apparso evidente che i neuroni collegati al midollo spinale aumentavano la loro attività quando i topi si alzavano in piedi. Gli altri, invece, si attivavano quando gli animali muovevano le zampe anteriori, come durante la toelettatura o quando cercavano oggetti. Durante la deambulazione, tuttavia, solo una piccola parte di questi neuroni si è attivata.
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In ulteriori esperimenti per studiare la funzione di queste due popolazioni, i neuroni che sono direttamente collegati al midollo spinale hanno mostrato una maggiore attività durante lo stretching del corpo o il cambio di postura. La seconda popolazione, invece, è coinvolta nella regolazione dei vari movimenti.
Nuove opzioni terapeutiche per il morbo di Parkinson
I risultati non porterebbero solo a una rivalutazione di un’idea di vecchia data sul ruolo della regione motoria mesencefalica, sottolineano i ricercatori. Lo studio potrebbe anche avere implicazioni per le terapie per i pazienti di Parkinson che non rispondono ai farmaci. Finora, i disturbi posturali e dell’andatura associati alla malattia sono stati trattati con una terapia sperimentale chiamata stimolazione cerebrale profonda. Ciò comporta la fornitura di impulsi elettrici direttamente alla regione motoria mesencefalica del paziente. Tuttavia, gli effetti della terapia sono molto incoerenti.
Per alcune persone porta a piccoli miglioramenti, mentre altre soffrono di numerosi effetti collaterali. Arber ha una possibile spiegazione per queste differenze. L’applicazione di impulsi elettrici a tutti i neuroni influisce in modo incontrollato sull’attività di diverse popolazioni neuronali, afferma. “Una strategia migliore sarebbe quella di stimolare solo quei neuroni che dirigono i loro stimoli al midollo spinale o al midollo allungato”, afferma. “Gli approcci terapeutici che mirano e attivano neuroni specifici potrebbero avere molto successo”.
Successivamente, gli scienziati vogliono esplorare più in dettaglio il ruolo della regione motoria mesencefalica nella selezione dei movimenti. In questo processo, il cervello “seleziona” un particolare movimento, che lo induce a rallentare altri comandi motori. “È eccitante che questa regione controlli più del semplice camminare. Ecco perché sarà interessante capire come i neuroni che abbiamo identificato comunicano con altre regioni del cervello coinvolte nel controllo del movimento”, afferma Arber.
Gli scienziati hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sulla rivista scientifica “Cell“.
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