Piracy Shield funzionerà davvero o è solo una bufala?
Il sistema di blocco delle IPTV è in azione da circa una settimana
La recente implementazione da parte dell’Italia di Piracy Shield, ossia dello Scudo antipirateria, segna un importante passo avanti nella battaglia globale contro la pirateria digitale.
Questo sofisticato sistema è progettato non solo per rivolgersi ai provider di servizi Internet (ISP), ma per estendere la sua portata fino a comprendere VPN e servizi DNS aperti, stabilendo un nuovo precedente nelle misure antipirateria.
Lancio di Piracy Shield
Secondo quanto riferito, Piracy Shield ha iniziato ad operare la scorsa settimana con una capacità limitata, dimostrando l’impegno dell’Italia nella protezione della proprietà intellettuale.
L’efficacia di questo sistema nell’impedire l’accesso ai servizi IPTV durante eventi significativi, come i principali eventi sportivi, rimane un argomento di grande interesse.
Operazioni automatizzate e risposta rapida
lo scudo antipirateria si caratterizza come una “piattaforma tecnologica unica con funzionamento automatizzato”.
Questo software di gestione della piattaforma machine-to-machine è strategicamente progettato per elaborare automaticamente le segnalazioni dei titolari dei diritti, con l’obiettivo di intervenire entro trenta minuti dalla segnalazione.
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Un aspetto chiave dello sviluppo del Piracy Shield ha comportato una tavola rotonda collaborativa con vari enti governativi e di sicurezza informatica. Questa collaborazione evidenzia l’approccio articolato che l’Italia sta adottando per combattere la pirateria digitale.
Scarsità di IPv4 e sfide tecniche
Una sfida significativa affrontata nel quadro del Piracy Shield è la scarsità di indirizzi IP IPv4.
L’approccio adottato dall’AGCOM, che prevede il blocco di numerosi indirizzi IP, evidenzia la serietà con cui l’Italia sta affrontando il problema della pirateria.
Responsabilità estesa oltre gli ISP
Il documento dell’AGCOM prevede che tutti i soggetti, compresi i provider VPN e DNS, coinvolti nel rendere accessibili contenuti piratati siano tenuti a bloccarne l’accesso.
Questa espansione di responsabilità segna un cambiamento significativo rispetto alle tradizionali strategie antipirateria.
Impatto sui provider DNS e sulle risposte VPN
Il coinvolgimento dei fornitori di DNS, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi giuridici nell’UE, aggiunge un ulteriore livello di complessità all’implementazione del Piracy Shield.
Allo stesso modo, la risposta dei fornitori di VPN alle richieste di blocco varia e la loro partecipazione all’iniziativa italiana è oggetto di interesse.
Il ruolo dei motori di ricerca nella lotta alla pirateria
Anche i motori di ricerca, in particolare Google, sono soggetti al Piracy Shield. Google si è impegnata a deindicizzare le piattaforme offensive e a rimuovere gli annunci pubblicitari che violano le sue politiche, in particolare quelli che promuovono contenuti piratati.
Funzionerà davvero Piracy Shield
I dubbi sulla reale efficienza di questo scudo antipirateria sono tanti e anche legittimi.
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È difficile dire con certezza se Piracy Shield funzionerà davvero. La piattaforma si basa su una combinazione di tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati, per rilevare e bloccare i siti web pirata. Tuttavia, è possibile che i siti pirata trovino modi per eludere il sistema.
Inoltre, è importante notare che Piracy Shield non è una soluzione perfetta. La piattaforma può bloccare anche siti web legittimi che ospitano contenuti protetti da copyright. Questo può essere un problema per gli utenti che desiderano accedere a contenuti streaming legali, come film e programmi TV.
Sicuramente, Piracy Shield ha già avuto un impatto positivo; due celebri siti sono spariti dal web e chissà quanti altri ne seguiranno. Tuttavia, se la piattaforma italiana non dovesse funzionare a dovere, i siti pirata potrebbero tornare più agguerriti di prima.
Il successo dello scudo antipirateria porterà inevitabilmente a una riduzione della pirateria di contenuti protetti da copyright e avrà un impatto positivo sull’industria dell’intrattenimento, che ha subito perdite significative proprio a causa dello streaming illegale.
Piracy Shield entrerà in vigore a pieno regime, forse, a partire dal 31 gennaio 2024 e solo allora capiremo se sarà in grado di fare il suo lavoro. Nel frattempo, molti degli articoli che leggerai dai siti governativi e gli spot pubblicitari delle TV di Stato, saranno solo dei disperati tentativi di incutere timore ai pirati della rete.
Per ulteriori informazioni su Piracy Shield, ti invito a leggere il comunicato stampa ufficiale dell’AGCOM (PDF) o il rapporto pubblicato da TorrentFreak.
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