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Piracy Shield: l’Unione Nazionale Consumatori rompe il silenzio dell’AGCOM

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L’Autorità per le telecomunicazioni AGCOM ha minimizzato, respinto o completamente ignorato anche le critiche più costruttive relative al sistema Piracy Shield. Come l’AGCOM gestirà la richiesta di informazioni presentata dall’Unione Nazionale Consumatori (UNC) rimane da vedere, ma data la sua connessione con il Ministero dello Sviluppo Economico, ignorare l’UNC potrebbe non essere così semplice. Nel frattempo, ci è stato comunicato che Cloudflare non verrà bloccato in futuro…

Il sistema italiano di blocco dei canali IPTV pirata, tanto acclamato, ha avuto un inizio controverso, per non dire di più, negli ultimi due mesi. Eppure, praticamente tutti sapevano che sarebbe arrivato.

Una fonte di TorrentFreak, a conoscenza dello sviluppo, dell’introduzione e del funzionamento attuale del sistema, ci aveva avvertito nel 2023 che il sistema e le idee alla base erano fondamentalmente difettose. Ci era stato mostrato anche come il sistema potesse essere eluso, e l’unica sorpresa oggi è che ciò non sia ancora accaduto.

Altri dettagli tecnici mostravano come il sovra-blocco fosse inevitabile, ma si sarebbe potuto mitigare in parte con un approccio pragmatico a questioni come la durata del blocco e la rapida correzione degli errori di blocco. Tuttavia, l’interesse per queste e simili proposte è stato respinto a favore di ciò che l’Italia ha adottato.

Esclusione degli esperti

Le entità più qualificate per fornire consigli su queste questioni, ovvero i più di 300 Internet Service Provider italiani, non sono state invitate alle discussioni. Lo status di interlocutore è stato concesso solo a quattro ISP, tutti coinvolti in altre questioni complesse, tra cui fusioni e ristrutturazioni. Praticamente tutti gli altri sono stati ignorati.

Il risultato finale è un sistema scadente che gli ISP sono obbligati per legge ad utilizzare, unicamente a beneficio di altre aziende, a proprie spese. La stessa legge prevede penalità finanziarie per gli ISP che non bloccano, ma non prevede alcuna penalità per quelli che sovra-bloccano. La legge prevede anche disposizioni che consentono alle vittime del sovra-blocco di presentare un reclamo, ma viene attuata in modo tale da rendere impossibile presentare un reclamo.

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Queste e molte altre lamentele sono state inviate all’AGCOM tramite diversi strumenti, tra cui lettere, e-mail, richieste FOIA e innumerevoli volte attraverso i media. Nonostante la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini sia uno dei suoi principali compiti, e nonostante il suo mandato includa la risoluzione delle controversie, l’autorità ha mostrato principalmente una preferenza per la comunicazione unidirezionale, come ad esempio la sua partecipazione a un’audizione recente.

L’Unione Nazionale Consumatori chiede spiegazioni all’AGCOM

Fondata nel 1955, l’Unione Nazionale Consumatori è un’organizzazione no-profit il cui scopo statutario esclusivo è la salvaguardia e la difesa degli interessi dei consumatori. Oggi ciò include aspetti del commercio elettronico e, con un seggio nel Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU) presso il Ministero dello Sviluppo Economico, il governo è sempre a portata di mano.

In una lettera all’AGCOM, intitolata ‘Calcio: il Piracy Shield funziona?‘, l’UNC chiede chiarimenti sul funzionamento della piattaforma Piracy Shield e sul suo scopo previsto, ovvero il blocco dei flussi che violano i diritti d’autore.

“Come associazione dei consumatori siamo in prima linea contro la pirateria, ma è ovvio che devono essere intercettati e oscurati solo i colpevoli, ovvero gli indirizzi IP destinati esclusivamente e univocamente alla condivisione di contenuti pirata”, afferma l’UNC nella lettera.

L’UNC chiede all’AGCOM di fornire dettagli specifici sul funzionamento del sistema Piracy Shield, compresi i criteri utilizzati per identificare i flussi pirata e le misure di salvaguardia per evitare il sovra-blocco.

L’organizzazione chiede anche informazioni sul coinvolgimento degli ISP nel processo decisionale e sulla possibilità di ricorso per coloro che ritengono di essere stati bloccati ingiustamente.

“Chiediamo trasparenza e responsabilità nell’attuazione del Piracy Shield, e ci aspettiamo che l’AGCOM dia risposte concrete alle nostre domande”, dichiara l’UNC.

La lettera inviata dall’UNC mette in evidenza le preoccupazioni crescenti riguardo all’efficacia e alla legalità del sistema Piracy Shield. L’AGCOM è ora chiamato a rispondere alle richieste dell’UNC e ad affrontare le critiche sollevate da diversi attori del settore.

Cloudflare non verrà bloccato

Nel frattempo, è stato comunicato che Cloudflare, una popolare piattaforma di servizi di rete e sicurezza, non verrà bloccato nel contesto del sistema Piracy Shield. Ciò significa che i servizi che utilizzano Cloudflare come intermediario potrebbero non essere soggetti al blocco.

Questa decisione ha sollevato ulteriori preoccupazioni riguardo alla capacità del sistema Piracy Shield di affrontare efficacemente la pirateria online. Gli esperti sostengono che i fornitori di contenuti pirata potrebbero utilizzare servizi come Cloudflare per eludere i blocchi imposti.

L’AGCOM deve ancora rispondere alle richieste dell’UNC e affrontare i problemi sollevati dalla comunità degli ISP e dai difensori dei diritti dei consumatori. La questione del sistema Piracy Shield in Italia rimane aperta, e l’atteggiamento dell’AGCOM verso le critiche costruttive potrebbe essere fondamentale per determinare il futuro del sistema stesso.

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