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Serie A sotto chiave: AGCOM e Google mettono i pirati in fuorigioco

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La lotta alla pirateria in Italia entra nel vivo, e questa volta lo fa con un esperimento concreto durante la Serie A. Il 23 maggio, in occasione dell’ultima giornata di campionato, AGCOM e Google hanno collaborato per testare un sistema di blocco immediato dei siti pirata attraverso i DNS pubblici di Big G.

Un banco di prova perfetto, con due partite di cartello usate per mettere in pratica l’accordo: l’obiettivo era chiaro, intervenire entro 30 minuti dalla segnalazione, impedendo agli utenti di accedere illegalmente alle dirette tramite i DNS 8.8.8.8 e 8.8.4.4.

Secondo quanto comunicato da AGCOM, l’esperimento ha permesso all’Autorità di inoltrare direttamente a Google gli ordini ricevuti sulla piattaforma Piracy Shield dai detentori dei diritti. Google ha quindi eseguito i blocchi in tempo reale. Il test, pur nei suoi limiti, ha funzionato, tanto che il Garante lo definisce “un punto importante nel contrasto alla pirateria digitale”.

Il primo passo di una collaborazione più ampia

Il commissario Massimiliano Capitanio ha confermato l’esito positivo, parlando di un “segnale concreto di collaborazione” e auspicando che altri attori — come VPN e DNS alternativi — adottino soluzioni simili. L’obiettivo? Bloccare ogni accesso pirata entro 30 minuti, nel pieno rispetto della legge.

Ma non ci si ferma qui. Capitanio punta il dito anche contro le app pirata e gli utenti finali, chiedendo sanzioni più dure e un’azione capillare anche a livello tecnologico, ad esempio rendendo inaccessibili le app illecite sugli store digitali.

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Da Google ai tribunali: la pressione cresce

Il contesto è quello già infuocato dalla recente sentenza del Tribunale di Milano, che ha ordinato a Google il blocco dei siti segnalati da Piracy Shield attraverso i suoi DNS. Una decisione che ha di fatto aperto la strada alla sperimentazione ora portata avanti da AGCOM.

Non a caso, nel 2024 Google aveva respinto categoricamente l’idea di intervenire localmente sui propri DNS. Oggi, invece, si parla di collaborazione, segnando un cambio di rotta che potrebbe avere impatti enormi anche su altri contenuti illeciti, come film, serie TV e partite estere.

Piracy Shield si espande: non solo sport

AGCOM non vuole fermarsi allo sport. Il piano è estendere il sistema Piracy Shield anche ad altri ambiti, come il cinema e le serie TV, con una rete sempre più stretta contro ogni forma di streaming illecito. Google, nel frattempo, è chiamata a fare la sua parte, così come VPN, provider e sviluppatori di app.

La guerra alla pirateria digitale è appena cominciata, ma una cosa è certa: le scuse stanno finendo.

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