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Sony immagina un robot in grado di vincere un premio Nobel

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Il capo della ricerca sull’intelligenza artificiale di Sony, il dottor Kitano, spera di sviluppare presto un robot scientifico in grado di competere per il Premio Nobel entro il 2050.

Non citiamo più i progressi scientifici e tecnologici legati all’intelligenza artificiale avvenuti negli ultimi anni. Tuttavia, il dottor Hiroaki Kitano, capo della ricerca sull’intelligenza artificiale di Sony, ha piani ancora più ambiziosi. Mentre i vari sistemi di apprendimento AI e delle macchine esistenti sono ora confinati al ruolo di semplici interpreti – in particolare per calcolare grandi quantità di dati – le speranze ricercatore presto per consentire una IA per “condotta” uno studio in tal modo indipendente. Basta come ogni ricercatore umano. L’obiettivo? Sviluppare un sistema di intelligenza artificiale in grado di vincere un premio Nobel entro il 2050.

Per raggiungere questo obiettivo, il dottor Kitano spera di lanciare presto la Nobel Turing Challenge, che “collocherebbe un sistema di intelligenza artificiale in un campo aperto per esplorare il campo delle possibilità piuttosto che riscoprire ciò che già sappiamo, o imitare un processo di pensiero umano”, Kitano spiegato lo scorso giugno. Per dare a un’intelligenza artificiale la possibilità di vincere il prossimo Nobel, non si tratterà quindi di imitare l’uomo, ma di superarlo , “riformulando la stessa scoperta scientifica, creando una forma alternativa di quest’ultima”.

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Per quanto ambizioso possa sembrare, e sebbene un’invenzione sia stata recentemente attribuita ufficialmente a un’IA, il progetto dovrebbe richiedere qualche decennio in più di ricerca. Va ricordato che l’intelligenza artificiale, teorizzata da Alan Turing nel 1950 nel suo trattato fondatore Computing Machinery and Intelligence (Computing machine and intelligence” ) è ancora agli inizi. L’autonomia lasciata all’IA per i futuri progetti di ricerca dovrebbe quindi essere graduale:

“Inizialmente, questo sarà un insieme di strumenti utili che automatizzeranno parte del processo di ricerca negli esperimenti e nell’analisi dei dati. Gradualmente, il livello di autonomia sarà aumentato per generare una gamma più ampia di ipotesi e verifiche” , ha spiegato Kitano a Engadget. Nel prossimo futuro, però, non si tratta di lasciare i robot in totale autonomia “Continueranno ad essere uno strumento o un compagno per gli scienziati umani”.

Il mio parere

Parole come “robot“, “intelligenza artificiale” e “transumanesimo“, sono ormai all’ordine del giorno. Questi argomenti vengono spinti in modo quasi ossessivo, come a volerci inculcare l’accettazione di un nuovo mondo in cui saranno le macchine a comandare. E questa non è una visione meramente hollywoodiana né il delirio di un complottista… è pura realtà che diviene sempre più evidente e reale!

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