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Uragano Helene: strage negli USA, oltre 40 morti e milioni senza luce

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Immagine realizzata con l’intelligenza artificiale

Venerdì sera, l’uragano Helene ha colpito il sud-est degli Stati Uniti, portando morte e distruzione nella sua scia. Con venti a 225 km/h, l’uragano di categoria 4 ha raggiunto la costa del Golfo della Florida, provocando almeno 42 morti in quattro stati e danni ingenti alle abitazioni e alle aziende. Attualmente, circa 4,4 milioni di americani sono rimasti senza energia elettrica.

Secondo il National Hurricane Center, Helene ha mantenuto la sua forza di uragano mentre si spostava verso nord, causando frane sui monti Appalachi e allagamenti in alcune parti delle Caroline e dell’area di Atlanta. Centinaia di salvataggi in acqua sono stati effettuati e le autorità hanno avvertito la popolazione di non cercare di attraversare le acque alluvionali e di chiamare i soccorritori in caso di bisogno.

Il governatore della Florida Ron DeSantis ha dichiarato che i danni causati da Helene sembrano essere peggiori di quelli combinati di Idalia e Debby lo scorso agosto, definendoli “demoralizzanti”. Il presidente Joe Biden ha espresso le sue preoccupazioni per i sopravvissuti e il capo della Federal Emergency Management Agency si sta dirigendo nella zona per aiutare con i soccorsi.

Fonte: news.sky.com
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Helene ha già causato allagamenti in Messico e nella Cuba occidentale, interrompendo l’alimentazione elettrica di oltre 200.000 case e aziende. Attualmente, la tempesta si sta dirigendo verso il Tennessee Valley e altre parti degli Stati Uniti, con previsioni di fermarsi lì per il resto del weekend.

Secondo i dati del National Hurricane Center, Helene è il 14° uragano più potente ad aver colpito gli Stati Uniti da quando sono tenuti i registri e il settimo più potente ad aver colpito la Florida.

In vista del peggioramento della situazione, lo sceriffo della contea di Taylor, Wayne Padgett, ha emesso un avviso alla popolazione, chiedendo loro di segnare le loro informazioni sul braccio in modo che possano essere identificati in caso di emergenza. Nonostante l’evacuazione obbligatoria, circa metà della popolazione ha scelto di rimanere, ma Padgett ha avvertito che coloro che vivono nelle zone basse rischiano la morte a causa delle possibili inondazioni.

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