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Fotobiomodulazione: la luce che combatte lo stress cronico

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Un metodo non invasivo che combina la luce dei laser e dei LED potrebbe aiutare a ridurre gli effetti dannosi dello stress cronico. Si tratta della fotobiomodulazione (PBM), una tecnica già utilizzata per trattare diverse patologie, incluse le malattie cardiache.

Ricercatori dell’Università di Barcellona hanno scoperto che l’applicazione simultanea di PBM sulla testa e sull’intestino può prevenire o attenuare i sintomi cognitivi causati dallo stress cronico. Inoltre, questa terapia luminosa ha mostrato di poter correggere gli squilibri a livello della microbiota intestinale indotti dallo stress.

Gli esperimenti sono stati condotti su topi maschi, utilizzando un dispositivo sviluppato dall’azienda francese REGEnLIFE. Questo strumento include un casco modulare e uno schermo posto vicino alla cavità addominale, in grado di emettere radiazioni nel vicino infrarosso e di generare anche un campo magnetico.

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Per tre settimane, i soggetti sono stati sottoposti a sessioni di PBM della durata di sei minuti, per cinque giorni a settimana. Questo trattamento combinato sulla testa e sull’intestino si è dimostrato efficace nel prevenire e ridurre gli effetti cognitivi negativi dello stress cronico.

In passato, REGEnLIFE aveva già testato con successo questo dispositivo su pazienti affetti da morbo di Alzheimer. Ma la fotobiomodulazione transcranica, con luce applicata direttamente sulla testa, ha mostrato risultati promettenti anche nel trattamento di altri disturbi psicologici.

Questi risultati aprono nuove prospettive per l’utilizzo della PBM come terapia non farmacologica per combattere gli effetti dannosi dello stress cronico, che può avere gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale delle persone. Ulteriori ricerche saranno necessarie per confermare l’efficacia di questa innovativa applicazione della luce nel campo della neuroscienze e della medicina.

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