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I motori di ricerca alternativi chiedono all’UE più considerazione

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Per alcuni dei servizi di ricerca alternativi a Google, gli sforzi compiuti nell’Unione Europea sono ancora insufficienti, rilevando come Google continui a dominare il segmento della ricerca su Internet, impedendo agli utenti di passare facilmente ad altre alternative.

Quattro dei motori di ricerca alternativi, DuckDuckGo, Qwant, Ecosia e Lilo (ricerca per cause sociali), hanno preparato una lettera aperta chiedendo ai legislatori dell’Unione Europea di affrontare il continuo dominio del gigante della tecnologia (Google) poiché inoltre ha stabilito regole per i menu delle preferenze dei motori di ricerca.

In questo senso, sollecitano a cambiare urgentemente la Legge dei Mercati Digitali per evitare che i colossi di Internet reprimano l’accesso ai motori di ricerca alternativi.

Capiscono che “la capacità del gigante della tecnologia di impostare valori predefiniti dannosi continua a limitare la facilità con cui i consumatori possono passare ad alternative non Google”.

In particolare, sottolineano che:

DMA dovrebbe sancire per legge un requisito per un menu delle preferenze del motore di ricerca che vieterebbe effettivamente a Google di acquisire punti di accesso di ricerca predefiniti dai sistemi operativi e dai browser dei gatekeeper. Inoltre, il DMA deve garantire che, oltre a selezionare la loro ricerca predefinita preferita al momento dell’onboarding iniziale, i consumatori possano passare con un solo clic in qualsiasi momento tramite i prompt dei siti Web concorrenti o delle applicazioni dei motori di ricerca.
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I quattro motori di ricerca vedono che l’attuale legislazione non contempla alcuna misura che aiuti a interrompere il continuo dominio nel segmento di ricerca su Internet del gigante della tecnologia, che ha una quota schiacciante del 93%, quindi vogliono che aggiungano emendamenti e nuove regole per aiutare a interrompere il monopolio della ricerca

In definitiva, perseguono che gli utenti possano avere la facilità di cambiare motore di ricerca con un semplice click, sia su dispositivi mobili che su computer desktop.

Per i rappresentanti di questi motori di ricerca alternativi, i meccanismi introdotti alla fine dello scorso anno nella legge sul mercato digitale sono insufficienti.

Nella migliore delle ipotesi, Google è riuscita a introdurre in Android la possibilità di scegliere un motore di ricerca durante la configurazione di un dispositivo Android, sebbene non ci sia nulla di simile né in Chrome OS né in altri sistemi desktop.

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