Il Giappone scommette sui robot per combattere la crisi demografica

Il Giappone sta affrontando una delle crisi più delicate della sua storia moderna: una popolazione sempre più anziana, un numero di nascite in caduta libera e una forza lavoro in costante diminuzione. Nel solo 2024 si sono registrate meno di 721.000 nascite a fronte di oltre 1,6 milioni di decessi. Una situazione che rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema economico e sociale del Paese.
Ma la risposta potrebbe arrivare non dagli umani… bensì dai robot.

Avatar robotici: la scommessa di Hiroshi Ishiguro
A guidare questa rivoluzione è il celebre Hiroshi Ishiguro, uno dei più visionari scienziati giapponesi nel campo della robotica. La sua proposta? Utilizzare avatar robotici per permettere ad anziani e persone con disabilità di continuare a lavorare da remoto, contribuendo alla società senza spostarsi da casa.
Durante una conferenza al Museo delle Scienze CosmoCaixa, Ishiguro ha illustrato come questi robot umanoidi — vere e proprie repliche realistiche degli esseri umani — possano essere impiegati per tenere lezioni, interagire con clienti, fare consulenze mediche o partecipare a riunioni, tutto a distanza e in modo totalmente sicuro.
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Il Geminoid HI-6: il robot clone del suo creatore
Tra le sue creazioni più impressionanti c’è il Geminoid HI-6, un androide così simile al suo creatore da poterlo sostituire in pubblico. Alimentato da un’intelligenza artificiale avanzata, il robot è capace di rispondere a domande grazie a un enorme archivio di testi, interviste e conoscenze acquisite da Ishiguro stesso.
Ma gli avatar non si fermano solo all’ambito accademico. In settori come le vendite, la sanità e l’istruzione, questi assistenti digitali stanno già dimostrando il loro valore, aiutando pazienti, clienti e studenti — anche nelle aree più remote del Paese — a superare le barriere fisiche.

Una società “simbiotica”: umani e robot insieme
Il sogno di Ishiguro è quello di una “società simbiotica”, dove esseri umani e avatar convivano e collaborino per costruire una comunità più inclusiva, accessibile ed efficiente. In questo futuro, ognuno potrebbe avere più presenze virtuali contemporaneamente, abbattendo i limiti del corpo e dello spazio.

Tuttavia, questa evoluzione tecnologica non è priva di dubbi. Le sfide etiche legate all’identità, alla coscienza e persino ai diritti dei robot sono reali e richiedono una riflessione profonda. Ishiguro stesso invita a un approccio multidisciplinare, che coinvolga filosofi, psicologi e scienziati per progettare robot empatici, rispettosi e sicuri.
In un Paese dove l’invecchiamento avanza più veloce della tecnologia, il futuro del lavoro potrebbe non essere più umano… almeno non del tutto.
La rivoluzione è iniziata — e ha il volto (robotico) di un clone.
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