Il microchip di Elon Musk può farci vedere cose che non esistono
L’obiettivo è quello di trovare il modo di integrare l’intelligenza artificiale nel cervello umano. “Questa tecnologia è più pericolosa delle bombe atomiche”.
Ho dedicato molti articoli al personaggio del momento Elon Musk e ad una delle sue tante aziende Neuralink ma nonostante sia per così dire, un suo follower, ogni volta che mi ritovo a vedere qualche video delle sue dichiarazioni, ne rimango puntualmente scioccato. Quello che dichiara Elon Musk è pauroso e non capisco come mai si parli così poco del suo microchip e degli effetti collaterali che potrebbe causare al cervello umano.
Quello che ti mostrerò ti questo articolo è solo una parte del progetto Neuralink, che prevede di impiantare un microchip nel cervello degli esseri umani già dai prossimi anni. Un primo esperimento, divenuto ormai celebre, ha visto una scimmia giocare ai videogames tramite la forza del pensiero.
In realtà Elon Musk sta testando il suo microchip già da diversi anni, come dimostra un video mandato in onda dal TG1 già nel 2018 e che puoi vedere cliccando su questo link.
Sempre del 2018 è il video in cui il pogramma Report fa un’analisi dettagliata dell’ergomento, elencando i pro e i contro. I progetti di Neuralink sono segreti ma lo stesso Elon Musk afferma che l’obiettivo è quello di trovare il modo di integrare l’intelligenza artificiale nel cervello umano.
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“Noi siamo già dei cyborg; abbiamo i superpoteri grazie ai computer e allo smartphone. Ma per unirsi in modo davvero simbiotico, all’intelligenza artificiale serve un’interfaccia con il cervello, un collegamento diretto tra cervello e computer. Io penso che la soluzione migliore sia avere all’interno del cervello un livello di intelligenza artificiale che opera simbioticamente con te proprio come fa il tuo cervello biologico” afferma Elon Musk.
A questo punto l’intervistatore chiede: “ma è qualcosa che richiede un intervento chirurgico?” ed Elon Musk risponde: “No, puoi iniettarlo nelle vene attraverso il sangue o direttamente nella giugulare; da lì arriva velocemente ai neuroni”.
Il progetto di Elon Musk Man è di fatto incorporare il computer intelligenza artificiale all’interno del cervello; potenziare dunque le attività cognitive umane, ibridando attraverso il microchip, il cervello con il computer. Per capire quali siano i reali problemi, lo staff di report è andato a fare visita a Niels Birbaumer, un luminare delle neuroscienze che uno dei pionieri della Brain Computer Interface in Europa e continua a sviluppare questa tecnologia in ambito terapeutico. Egli afferma:
[Elon Musk] vuole usare queste tecniche nelle persone sane per aumentare la sua performance, la sua attività i tuoi pensieri… Certamente può essere un grande business ma non sappiamo le conseguenze negative di questo perché potrebbero essere drammatiche. Non abbiamo nessuna idea cosa cambia nel cervello se io ho impiantato tanti elettrodi… se cambia permanentemente l’attività del mio cervello, la mente, la personalità con queste cose…
Tutto ciò può sembrare la trama di un film distopico ma in realtà, tutto questo sta avvenendo realmente già in questi mesi e non sappiamo se le stesse tecnologie siano già state impiantate nell’uomo a sua insaputa. “Riuscire a indurre determinati pensieri nel cervello umano è il progetto a cui stanno lavorando centinaia di ricercatori in tutto il mondo, tra cui, anche quelli dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova che però, lo fanno solo a scopo terapeutico.
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“Queste tecnologie serviranno a ridare le funzioni di base come ad esempio la vista, l’udito, in caso si perdessero tali funzioni ma il cervello restasse attivo”, afferma il coordinatore tecnico dell’IIT, Stefano Panzeri. In futuro questa tecnologia “può essere pensata per manipolare le capacità cognitive della persona”.
La sperimentazione consiste nell’attivare dall’esterno i neuroni e quindi condizionare i pensieri che produce il cervello. “Si introducono con delle tecniche genetiche dei piccoli interruttori (proteine) che si possono attivare, quindi accendere e spegnere il neurone, mandando dei piccoli fasci di luce. IN questo modo si induce il neurone a dire quello che noi vogliamo fargli dire”.
A questo punto arriva la parte più incredibile alla quale ahimé, si sta dando poca importanza; il giornalista chiede se tramite questa tecnologia possiamo indurre il paziente a vedere quello che noi vogliamo fargli vedere e la risposta è affermativa: “si può far percepire come reale, un’immagine, una sensazione, un’esperienza, sebbene sia solo virtuale”.
Tali esperimenti hanno già dato esito positivo su cavie non umane.
Il giornalista chiede quindi: “è possibile riuscire a indurre qualsiasi tipo di pensiero, che ne so, anche una barretta di cioccolato oppure un vestito?”, e Panzeri risponde: “In teoria si riuscirà a farlo!”.
Birbaumer torna sull’argomendo asserendo che il governo americano dovrebbe bloccare questo tipo di sperimentazione e che non convenga utilizzarla nemmeno in ambito medico: “questa tecnologia è più pericolosa delle bombe atomiche”.
Il mio parere
Questa tecnologia, utilizzata in ambito medico, dopo un’accurata sperimentazione, potrebbe sicuramente tornare utile ai soggetti che hanno perso alcune fondamentali funzionalità, come ammette Stefano Panzeri ma rimangono forti perplessità sull’utilizzo che ne potrebbero fare i governi ad uso militare e non solo.
Cosa succerebbe se questa tecnologia capitasse nelle mani sbagliate? E come fidarsi di un personaggio come Elon Musk che dichiara che “con l’mRNA puoi trasformare una persona in una farfalla” ?
A questo punto non mi resta che condividere il video da cui è tratto questo articolo. La parte riguardante Elon Musk parte dal minuto 15,25. Buona visione. 😎
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