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Il Parlamento europeo vota contro il geoblocking nel calcio

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DAZN, Sky e le altre piattaforme a pagamento, non hanno di certo gradito

In una mossa che potrebbe cambiare il modo in cui i tifosi di calcio in Europa guardano le partite, il Parlamento europeo ha votato per porre fine al geoblocking per le partite di calcio in diretta. La proposta, presentata dall’eurodeputata danese Karen Melchior, è stata approvata con 376 voti favorevoli, 281 contrari e 16 astensioni.

Questa notizia è in netta contrapposizione con quella riportata da Torrentfreak solo pochi giorni fa, dove si affermava l’esatto contrario… 🤔

Tralasciando per un attimo questi motivatissimi dubbi, passiamo all’essenza di questa proposta per capire meglio in cosa consiste e quali scenari aprirebbe per noi utenti e per le piattaforme sportive (legali) a pagamento.

Cos’è il geoblocking?

Il geo-blocking è una pratica che limita l’accesso a determinati contenuti online in base alla posizione geografica dell’utente. Ciò significa che, ad esempio, un tifoso di calcio italiano non può abbonarsi a una piattaforma di streaming straniera per seguire le partite della sua squadra preferita. Il geoblocking si basa sull’indirizzo IP dei dispositivi di navigazione, che identifica la loro posizione e permette ai server online di limitare o consentire l’accesso ai contenuti. Questo limite, come sappiamo, viene agevolmente raggirato dalle VPN.

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Perché l’UE vuole abolire il geoblocking?

Il geo-blocking crea delle disparità tra i consumatori europei, che non possono usufruire della stessa offerta di contenuti online e che spesso devono pagare prezzi più alti per accedere a servizi di qualità inferiore. Per questo motivo, l’Unione Europea ha introdotto nel 2018 un regolamento che limita il geoblocking per i servizi di e-commerce, permettendo ai consumatori di acquistare prodotti e servizi online da qualsiasi paese europeo, senza discriminazioni di prezzo o di condizioni. Tuttavia, il regolamento esclude i servizi audiovisivi, compresi quelli che trasmettono eventi sportivi in diretta, che sono forniti sulla base di licenze territoriali esclusive.

Cosa cambia con la proposta di Karen Melchior?

La proposta di Karen Melchior estende l’abolizione del geoblocking anche ai contenuti audiovisivi e agli eventi sportivi in diretta. Ciò significa che, se la proposta verrà approvata definitivamente, i tifosi di calcio in Europa potranno abbonarsi a qualsiasi piattaforma europea per seguire le partite della Serie A, della Champions League o di altre competizioni internazionali, scegliendo quella che offre abbonamenti a prezzi più convenienti o che trasmette in lingua originale.

Per fare un esempio, chi vive in Italia può decidere di abbonarsi che ne so, a beIN Sports anziché a Sky o DAZN. 🤷🏻‍♂️

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Quali sono le reazioni del mondo del calcio?

La proposta di abolire il geoblocking per il calcio in streaming ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo del calcio e dei media. Da una parte, le associazioni dei consumatori e dei tifosi hanno accolto con favore l’iniziativa, sostenendo che si tratta di un passo avanti verso un mercato unico digitale e verso una maggiore libertà di scelta per gli utenti. Dall’altra parte, le federazioni calcistiche, le leghe e i detentori dei diritti televisivi hanno espresso la loro preoccupazione per le possibili ripercussioni negative sul business dello streaming del calcio e sulla sostenibilità economica delle squadre.

Quali sono le possibili conseguenze?

I critici della proposta sostengono che l’abolizione del geoblocking potrebbe ridurre i ricavi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi, che rappresentano una fonte fondamentale di finanziamento per il calcio professionistico. Inoltre, l’abolizione del geoblocking potrebbe minare il principio di solidarietà tra le squadre, che prevede la redistribuzione di una parte dei ricavi televisivi alle squadre meno ricche o ai settori giovanili. Infine, l’abolizione del geoblocking potrebbe creare delle distorsioni di concorrenza tra le piattaforme di streaming, che potrebbero offrire abbonamenti a prezzi diversi a seconda dei paesi o delle valute.

Per evitare questi scenari, i sostenitori del geoblocking propongono di mantenere il sistema attuale, basato su licenze territoriali esclusive, ma di introdurre delle eccezioni per i casi particolari, come quelli dei cittadini che vivono in regioni transfrontaliere o che si spostano temporaneamente in un altro paese europeo. In alternativa, propongono di creare delle offerte di streaming paneuropee, che consentano agli utenti di accedere a tutti i contenuti disponibili in Europa, ma a un prezzo più elevato rispetto alle offerte nazionali.

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