La piattaforma anti-pirateria slitta a gennaio
I pirati potranno guardare Juventus – Napoli senza “temere”… 🤣
La tanto attesa piattaforma anti-pirateria della Serie A, gestita dall’AgCom, è finalmente pronta per essere lanciata. Peccato che sia un vero e proprio fallimento.
Piracy Shield, questo il nome altisonante scelto per la piattaforma, sarebbe dovuta entrare in funzione oggi, giorno che coincide con il big match Juventus-Napoli. “Purtroppo”, questo non sarà possibile perché il tutto è stato rinviato a fine gennaio per la fase di test sulla sua efficacia. Ma funzionerà davvero?
Secondo il parere degli esperti, Piracy Shield è l’ennesima pagliacciata all’italiana, in quanto si basa su un approccio obsoleto e inefficace. Invece di concentrarsi sul blocco dei siti di streaming illegali, che è un compito impossibile, la piattaforma cerca di bloccare gli indirizzi IP degli utenti che accedono a questi siti.
Questo approccio è inefficace per diversi motivi. In primo luogo, gli utenti possono facilmente cambiare il loro indirizzo IP utilizzando una VPN o un proxy. In secondo luogo, anche i siti di streaming illegali possono facilmente cambiare il loro indirizzo IP. Inoltre, il blocco degli indirizzi IP può causare problemi di accesso a Internet per gli utenti legittimi.
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La piattaforma anti-pirateria della Serie A sembra quindi a tutti gli effetti una vera bufala che a mio avviso, avrebbe lo scopo reale di incutere timore agli utenti e indurli ad acquistare abbonamenti ufficiali. Piracy Shield è un progetto costoso e inefficace che non farà altro che creare problemi agli utenti legittimi.
Alcuni dei problemi della piattaforma anti-pirateria della Serie A
- Inefficace: la piattaforma non è in grado di bloccare efficacemente i siti di streaming illegali.
- Costosa: la piattaforma è costata milioni di euro per essere sviluppata e implementata.
- Dannosa: la piattaforma può causare problemi di accesso a Internet per gli utenti legittimi.
- Inutile: la piattaforma non risolverà il problema della pirateria.
Stai attento alle Fake News
Cavalcando l’onda della paura, alcune testate giornalistiche sportive come “La Gazzetta“ e “Il Corriere della Sera“, stanno raccontando una favola dal sapore di barzelletta. Questi “professionisti dell’informazione” sostengono che “Il «pezzotto» non rappresenta solo una perdita per il settore, ma anche un rischio per gli utenti stessi. Chi si iscrive ai siti illegali, condividendo i propri dati personali, o peggio, paga gli stessi inserendo le informazioni della propria carta di credito, si espone al rischio di truffe, mette in pericolo la propria identità digitale e può compromettere il funzionamento dei propri dispositivi per via dei reati informatici. A detta degli esperti, c’è quasi sempre un’organizzazione criminale più vasta dietro ogni forma di pirateria […]”.
Non voglio di certo giustificare la pirateria, ma mi sento in dovere di dire che queste affermazioni sono una grandissima putt… STUPIDAGGINE! No, non è che acquistando il pezzotto si rischia il furto di dati personali e carte di credito. Il motivo l’ho già spiegato in questo articolo. Questa è DISINFORMAZIONE e non è ciò che un giornalista dovrebbe fare!
La pirateria è un problema serio, ma Piracy Shield A non è la soluzione
La soluzione al problema della pirateria è molto più semplice: bisogna educare gli utenti sui rischi della pirateria e bisogna rendere più conveniente l’accesso ai contenuti legali. Inoltre direi che sarebbe i caso di ridurre i prezzi degli abbonamenti e trasferire tutto su un’unica piattaforma. Dopo tre lunghi ed estenuanti anni di Covid-19 e dopo l’aumento dei prezzi dovuti – si dice – al conflitto in Ucraina, gran parte delle famiglie italiane stenta ad arrivare a fine mese. Chi può permettersi di pagare tutti questi abbonamenti per vedere una partita di calcio?
L’ho sempre detto e continuerò a ripeterlo: la piattaforma anti-pirateria della Serie A è una pagliacciata!
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