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Meta fatica a rimuovere il materiale pedopornografico dai suoi social

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Mark Zuckerberg, fondatore di Meta Platforms, sta affrontando grandi difficoltà nel contrastare la diffusione di materiale di abuso sessuale minorile su Facebook e Instagram. Nonostante gli sforzi della società nel creare un task force per la sicurezza dei minori, numerosi account e contenuti legati alla pedofilia continuano a persistere. Questo articolo esplorerà le sfide che Meta sta affrontando e le critiche che ha ricevuto per la gestione di questa problematica grave.

Nel mese di giugno, Meta Platforms ha istituito un team dedicato alla sicurezza dei minori con l’obiettivo di rimuovere gli account e i contenuti legati alla pedofilia. Tuttavia, secondo una ricerca condotta dal Wall Street Journal, dall’Università di Stanford e dall’Università del Massachusetts Amherst, gli algoritmi di Instagram continuano a connettere una rete di account che diffondono materiale di abuso sessuale minorile. La scoperta ha portato alla luce il fatto che numerosi account di Instagram, seguiti da milioni di persone, stavano trasmettendo in diretta video di abusi su minori. Meta ha dichiarato di aver rimosso centinaia di account appartenenti a questa rete a fine ottobre, ma i ricercatori hanno constatato che l’algoritmo continua a promuovere contenuti simili nonostante la rimozione degli hashtag associati alla pedofilia.

Il problema non riguarda solo Instagram, ma si estende anche ai gruppi di Facebook che si concentrano sulla sessualizzazione dei minori, unendo pedofili sotto lo stesso ombrello. Questa situazione si estende anche alle piattaforme Messenger e WhatsApp, anch’esse sotto Meta.

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Meta sembra ignorare il problema dei pedofili nonostante le numerose richieste di rimuovere il materiale di abuso sessuale minorile e gli account correlati. Secondo un portavoce della società, bloccare o rimuovere semplicemente le funzionalità che connettono le persone a contenuti appropriati non è un modo sensato per fermare le suggerimenti indesiderati. Meta sembra essere più interessata a mantenere la personalizzazione dei contenuti e delle esperienze degli utenti, essendo la più grande società di social media al mondo. Queste azioni di Meta sembrano confermare le accuse del senatore Josh Hawley secondo cui l’azienda applica doppi standard, censurando i conservatori mentre ignora gli abusi sui minori.

Durante un’audizione del Comitato giudiziario del Senato, il senatore Hawley ha accusato i dirigenti di Meta di ignorare deliberatamente le informazioni che riflettevano negativamente sull’azienda. Hawley ha affermato che Meta, in particolare Facebook, ha collaborato attivamente con l’amministrazione Biden per censurare la libertà di espressione garantita dal Primo Emendamento durante la plandemia di Covid-19, ignorando nel contempo le questioni legate allo sfruttamento dei minori. Il senatore ha anche citato una causa legale che accusava Meta di censurare il discorso politico conservatore su richiesta dell’amministrazione Biden.

Un’ex dirigente di Meta, Arturo Bejar, ha testimoniato durante l’audizione del senatore Hawley. Bejar ha rivelato che sua figlia è stata vittima di predatori sessuali online e ha scritto una e-mail a Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg di Meta nell’ottobre 2021. Nell’e-mail, ha evidenziato che “uno su otto bambini” su Facebook aveva ricevuto messaggi sessualmente inappropriati nell’ultima settimana e che quasi uno su tre era stato oggetto di “avances sessuali” in generale sulla piattaforma. Tuttavia, né Zuckerberg né Sandberg hanno accettato di incontrarlo per discutere della questione.

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