Meta impone limiti alla “disinformazione” sui vaccini Covid-19 per i bambini
La nuova piattaforma (ex Facebook) sarà ancora più ricca di fact-checker.
Dopo l’approvazione dei vaccini Pfizer anche per bambini, Meta ha annunciato che rafforzerà le normative sulla diffusione di informazioni imprecise sulla vaccinazione rivolte alle giovani generazioni.
La leadership del social network ha già imposto restrizioni alla diffusione della disinformazione sul vaccino Covid-19, ma il loro effetto non era diretto specificamente ai bambini.
Meta, il nuovo nome scelto per sostituire Facebook, ha annunciato la sua intenzione di inviare avvisi in inglese e spagnolo sui vaccini disponibili per i bambini dai 5 agli 11 anni e dove trovarli. La società promuoverà dichiarazioni di esperti sulla piattaforma in merito alle vaccinazioni Covid-19.
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Esther Duflot, professore di riduzione della povertà ed economia dello sviluppo presso il Massachusetts Institute of Technology, afferma che una campagna su Facebook per rimanere a casa prima del Ringraziamento e del Natale è stata efficace l’anno scorso.
Meta si impegna a rimuovere le affermazioni su Facebook che il vaccino COVID-19 per bambini non esiste, che non è stato testato, che non è sicuro, che danneggia gravemente e uccide, che è inutile.
La società, con l’aiuto di migliaia di fact-checker, monitorerà le tendenze e aggiornerà le regole del sito sulla base delle raccomandazioni delle autorità sanitarie.
Dall’inizio della presunta pandemia, l’amministrazione del social network ha rimosso più di 20 milioni di pubblicazioni e più di 3mila account su Facebook e Instagram. Il gruppo Facebook si è impegnato a utilizzare tutti gli strumenti possibili per frenare la falsa propaganda sulla pandemia e le vaccinazioni.
I documenti interni dell’azienda trapelati dall’ex dipendente Frances Haugen, mostrano che la capacità di Facebook di tenere traccia dei commenti sulle vaccinazioni in inglese è inefficace. In altre lingue, questa opzione non è affatto disponibile.
La nuova piattaforma di Mark Zuckerberg parte subito che intenzioni chiare: guai a parlare male o mettere in dubbio l’efficacia dei vaccini sui più piccoli.
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